(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Per alcuni la crisi economica rendeva difficile anche affrontare l’ultimo viaggio dei congiunti in situazioni normali. Figuriamoci ora con l’emergenza sanitaria che ha aumentato i poveri. Sono cresciuti i funerali in povertà. Solo nel 2020 sono stati 5 quelli celebrati, quando prima della pandemia, per intenderci, se ne celebravano 1-2 in cinque anni. Il regolamento comunale prevede che se del funerale nessuno della famiglia se ne occupa, deve essere l’ente a farsi carico delle spese. E il Comune è stato chiamato a dare una degna sepoltura a cinque persone nullatenenti, senza familiari e già seguite dall’assessorato ai Servizi sociali. Costo complessivo: poco più di seimila euro a carico dell’Ente che, in bilancio, destina una somma proprio per i funerali di povertà o sociali. Il Comune paga i costi delle operazioni cimiteriali che per ovvie ragioni sono ridotte all’essenziale: bara, trasporto salma e sistemazione a terra (il loculo ha costi maggiori). Il costo singolo si aggira sui 1500 euro al massimo. Non sempre il Comune riesce a recuperare le spese visto che in teoria dovrebbero essere i familiari a farsi carico delle esequie del loro congiunto. Ci si trova di fronte a situazioni di povertà assoluta, di solitudine o anche con situazioni familiari lacerate nei rapporti da anni. Situazione che ci fa ben capire la gravità della situazione che si sta vivendo, aggravata dalla pandemia e destinata, a produrre effetti più devastanti.
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