La ricerca targata Rieti arriva sulla prestigiosa rivista scientifica International Journal of EnvironmentalResearchand Public Health con la pubblicazione dal titolo: “A cross-sectionalstudy on Benzene exposure in pediatricage and parental smoking habitsat home”, portato avanti dal (qui).P (Centro Oncologico di Ricerca e Prevenzione della Provincia di Rieti), in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza di Roma.
Grazie alla collaborazione tra ALCLI “Giorgio e Silvia”, che finanzia e partecipa attivamente alle attività e al Polo Universitario di Rieti “Sabina Universitas”, che mette a disposizione personale e attrezzature scientifiche, i ricercatori del Ce.Ca.Re.P. e della Sapienza stanno conducendo un progetto di ricerca per tracciare un profilo di esposizione della popolazione pediatrica a contaminanti ambientali e i risultati relativi all’esposizione a benzene in relazione alle abitudini al fumo dei genitori e degli altri conviventi fumatori in casa sono stati pubblicati sulla sopracitata rivista internazionale, nel secondo semestre del 2020.
L’articolo rappresenta la prosecuzione di una precedente pubblicazione (Protano C. et al., 2019 doi: 10.3390/ijerph16214062) nella quale erano state indagate le abitudini dei conviventi fumatori in ambiente domestico. L’obiettivo di questo nuovo articolo è stato quello di valutare più approfonditamente come queste abitudini incidono sull’esposizione al fumo passivo in età pediatrica, utilizzando il benzene non modificato escreto con le urine come biomarcatore di esposizione al tabacco. A tale scopo, sono state condotte due indagini trasversali, rispettivamente nella stagione estiva e invernale, nell’anno accademico 2017/2018 su un campione di 519 scolari tra i 5 e gli 11 anni, di alcuni distretti scolastici primari di tre aree della Provincia di Rieti (zona urbana, zona industriale, zona rurale).
Le informazioni sui partecipanti e sui loro familiari utili ai fini del progetto sono state raccolte mediante un questionario anonimo e l’esposizione agli inquinanti è stata valutata mediante la ricerca di alcuni bioindicatori (tra cui il benzene) in campioni di urine donate da partecipanti. Dai risultati è emerso che, sebbene ci sia stata una riduzione dell’esposizione a fumo passivo in ambiente domestico rispetto a quanto era stato rilevato in precedenti ricerche, i bambini esposti a fumo passivo, soprattutto in casa, presentano livelli urinari di benzene più elevati rispetto ai non esposti e, considerando solo gli esposti, i livelli aumentano in maniera parallela rispetto al numero di conviventi fumatori e al numero di sigarette fumate e che questa situazione peggiora nei mesi invernali rispetto ai mesi estivi, verosimilmente per il maggior tempo trascorso in casa e per il minor numero di ricambi di aria degli ambienti domestici.
In sintesi: oltre il 40% dei bambini reatini sono esposti a fumo passivo nella propria abitazione.
I fumatori spesso fumano in casa e a volte anche in presenza dei bambini. Un’esposizione così precoce risulta estremamente pericolosa per la salute. Alla luce di ciò, risulta fondamentale promuovere corrette politiche di salute pubblica che prevedano interventi per ridurre quanto più possibile l’abitudine al fumo e per incoraggiare il divieto di fumo anche in ambiente domestico. Tale divieto risulta ancora più importante in questo difficile periodo pandemico, al fine di tutelare bambini e adulti costretti per gran parte del tempo a stare in casa.
Per maggiori informazioni sullo studio è possibile consultare l’intera pubblicazione ai seguenti indirizzi: (qui il link); per maggiori informazioni sul Ce.Ca.Re.P. è possibile consultare l’apposita sezione del sito ALCLI al seguente indirizzo: (link).
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