“Notevoli difficoltà ci vengono ad oggi segnalate dalle nostre aziende agrituristiche, uscite dal 2020 con un fatturato in calo anche dell’ottanta per cento rispetto al 2019. I fondi del Decreto Ristori che dovevano fare seguito al Decreto Rilancio, non sono arrivati a tutte le aziende, alcune delle quali non riescono a mettersi in comunicazione con l’Agenzia delle Entrate, il cui sistema operativo, da molti giorni, risponde in automatico con la dicitura: ‘raggiunto il numero massimo di email in lavorazione’. Pur comprendendo la straordinarietà del momento, che ha reso ancora più complicato il rapporto con gli uffici della Pubblica Amministrazione, non possiamo evitare di ricordare come il settore agrituristico, già penalizzato nel 2020, sia forse quello più colpito dalle nuove misure restrittive in particolare quando, nell’alternanza dei vari colori, si decreta il rosso per festivi e pre festivi. Gli agriturismi proprio per la loro caratteristica di strutture fuori dai grandi centri urbani, in genere tendono a lavorare molto nei fine settimana, mentre possono addirittura restare chiusi nei giorni feriali. Il grande successo degli agriturismi negli ultimi anni, sta in questa capacità di ospitare tutte quelle persone che da grandi e piccoli centri ricercano nell’Italia delle province, il cibo di qualità, le eccellenze agroalimentari, le bellezze paesaggistiche, ma anche una secolare cultura dell’accoglienza tipica delle zone rurali. A questi problemi si aggiunge quello delle produzioni di vino e derrate alimentari, destinate alla ristorazione e che in molti casi non si è riusciti a rivendere sui mercati. Alla luce di ciò diventa quindi, di vitale importanza, cercare di sbloccare e di far giungere nel più breve tempo possibile tutti i fondi destinati al settore, scongiurando così la chiusura di tanti agriturismi ormai allo stremo: una eventualità che impoverirebbe socialmente ed economicamente l’Alto Lazio e la sua agricoltura”: lo dcie Remo Parenti, Presidente Confagricoltura Viterbo-Rieti.
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