(di Chiara Pallocci e Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Un Natale particolare. Tanto che anche il Papa si è trovato a dover indicare la via: “Invece di lamentarci per le restrizioni, facciamo qualcosa per chi ha di meno”. Un Natale che sembra più una Pasqua per la passione che i fedeli dovranno vivere: “La nascita di Gesù non è che è il preludio di quella che sarà la sua missione segnata dalla morte e dalla Resurrezione” dice il vescovo.
“Dunque – dice il vescovo Domenico Pompili – mi pare che questa sia una forma per esprimere la vita, perché ci sono momenti in cui bisogna attraversare le difficoltà senza alimentare la conflittualità. Le parole del Papa ci dicono proprio che è tempo di concentrarci su questa difficoltà inaspettata cercando di alimentare la solidarietà piuttosto che la conflittualità, che certo non giova e soprattutto non porta da nessuna parte”. Il vescovo nella lettera ai fedeli “È Natale ancor” ha tratteggiato le Feste da salvare. E non si parla di economia. Un tempo, questo, che spinge all’essenziale, con molti fedeli a chiedersi se il “precetto Messa” sia assolto anche a distanza: “Occorre regolarsi con molto senso dell’equilibrio: se non ci sente perfettamente in forma o sereni, oppure se gli anziani fanno fatica a muoversi, che stiano tranquillamente a casa, perché sono giustificati e compresi nella loro situazione. Tutti gli altri sapranno come muoversi: non bisogna assolvere dal precetto o meno, perché se una persona non sta bene, è già assolta dal precetto” spiega Pompili. “Questo Natale si differenzia dalla scorsa Pasqua, perché allora in cui il lockdown fu totale non c’era alcuna possibilità di partecipare alle messe. Adesso, seppure con l’autocertificazione, la possibilità di partecipare c’è, e ogni parrocchia garantirà un accesso disciplinato ma aperto a tutti. Anche perché la liturgia non può essere vissuta in via telematica, sono altre le forme di condivisone online, ma non certo la liturgia che suppone una presenza fisica e una compresenza”.
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