Anello di congiunzione tra il mondo della produzione e quello della ricerca. E’ la nuova missione di Arsial, l’agenzia della Regione Lazio per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura, che compie 25 anni di vita e “sulla quale è necessario tornare a investire fortemente, perché il suo ruolo di cerniera tra mondo della ricerca e della produzione è nevralgico”, ha spiegato il nuovo presidente, Mario Ciarla, in occasione di un webinar partecipato anche dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, dall’assessora regionale all’Agricoltura, Enrica Onorati, dal presidente della commissione regionale Agricoltura, Valerio Novelli, e dal direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus.
“L’agenzia deve fungere da strumento di raccordo tra il sistema produttivo e il mondo della ricerca- ha sottolineato Ciarla- operando in particolare nell’adattamento e nel trasferimento dell’innovazione di processo e di prodotto per la transizione verso sistemi alimentari sostenibili. Innovazione e sostenibilità possono essere sempre più collegate virtuosamente e l’una può essere alimentata dall’altra”.
L’innovazione svolge un ruolo fondamentale nella strada verso la sostenibilità e “la nuova frontiera è rappresentata dall’Agricoltura 4.0, che consiste nell’applicare al settore le innovazioni di Industria 4.0: digitalizzazione, geolocalizzazione, connessione in rete. E’ l’evoluzione del concetto di agricoltura di precisione e viene utilizzata per definire interventi mirati ed efficienti in campo agricolo- ha continuato Ciarla- Si tratta dell’insieme di strategie che consentono all’azienda agricola di impiegare in maniera sinergica e interconnessa tecnologie avanzate, allo scopo di rendere la produzione più efficiente e sostenibile. Ma altri campi di applicazione dell’Agricoltura 4.0 sono la tracciabilità, durante ogni passaggio dal campo al confezionamento e’ possibile raccogliere dati utili a mantenere sotto controllo ogni step del processo di produzione, e la distribuzione”.
Innovazione ma anche formazione nel futuro di Arsial. “E’ uno dei settori principali al quale intendiamo dedicare la nostra attenzione. Sono stato molto soddisfatto quando il mese scorso il Consiglio regionale ha approvato l’emendamento che aggiunge la formazione tra i compiti dell’agenzia. Questo velocizza la procedura necessaria per l’accreditamento come ente di formazione, cosa che può essere foriera di molte opportunità. Il rapporto con gli istituti agrari della nostra regione, le università e i centri di ricerca è strategico di fronte alla sfida che la nuova politica agricola europea col Green New Deal ha posto per la sostenibilità, identificandola per la prima volta come obiettivo prioritario e irrinunciabile. Non c’è niente di più importante al mondo della salute e degli essere umani e le soluzioni che contengono la transizione verde, in particolare modo la grande riduzione della chimica, la gestione dell’acqua, del suolo e dell’energia, devono essere mediate da tecnici che operano accanto ai produttori e dentro le filiere alimentari. Questa e’ la vera missione di un’agenzia come Arsial”.
E proprio in virtu’ della sua attenzione alla formazione, l’agenzia “ha deciso di istituire un premio alla memoria di Stefano Sbaffi, dg di Arsial per cinque anni e scomparso nel 2019 all’età di 67 anni- ha ricordato Ciarla- Lui ha rilanciato il ruolo dell’agenzia, aiutandola a superare le difficili condizioni di bilancio ereditate dalla gestione precedente. Il concorso si pone l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di nuove ricerche e conoscenze sugli aspetti tecnico-socio-economici relativi ai territori rurali del Lazio, favorendone l’innovazione”.
Più nel dettaglio “è un concorso che offrirà un riconoscimento alle tesi di laurea e di dottorato che si contraddistingueranno nel campo della valorizzazione del sistema agroalimentare- ha spiegato Angela Galasso del cda di Arsial- In particolare la politica di sviluppo rurale e la programmazione europea, i servizi di assistenza tecnica in agricoltura, l’innovazione tecnologica, agronomica e sociale, la multifunzionalità agricola, i sistemi di qualità, la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici. Potranno partecipare al premio i laureati e i dottorati di tutte le università italiane che avranno sviluppato ricerche su queste tematiche, inerenti in particolare i territori rurali del Lazio. Ci saranno tre premi in denaro per un totale di 25mila euro, suddivisi tra le migliori tesi di dottorato, laurea specialistica e triennale. Il bando sarà pubblicato a metà gennaio e resterà aperto fino al 28 febbraio”.
Innovazione e formazione ma anche solidarietà. “Il Covid è stato purtroppo uno straordinario acceleratore di processi già presenti nella nostra società. Questa crisi ha sconvolto le abitudini, il vissuto delle persone, ha fatto esplodere ancora più violentemente le disuguaglianze e il cibo è il miglior vaccino contro il caos- ha concluso Ciarla- Proprio per questo, su input di Arsial e su proposta dell’assessora Onorati, la giunta regionale ha approvato una delibera che destina le somme per la mancata partecipazione alle fiere e altre iniziative promozionali a un fondo destinato all’acquisto di aiuti alimentari, prodotti agroalimentari o della pesca del territorio del Lazio. Grazie a questo sarà possibile acquistare e distribuire generi alimentari, a partire dalle feste di Natale, alle persone in condizione di fragilità economica e lavorativa. I contribuiti sosterranno le 21.600 famiglie assistite dalla rete territoriale promossa dalla Caritas di Roma. Dobbiamo affinare ancora di più questo tipo di progetti, perché rappresentano un’azione di solidarietà verso la domanda ma anche l’offerta. Penso ad esempio alle aziende delle aree terremotate”.
“I 25 anni di Arsial non vanno celebrati per monumentalizzare una storia ma per capire quanto sia importante non solo non smantellare ma rilanciare, dentro un nuovo modello di sviluppo, uno strumento che ci aiuta a vivere meglio e che non dimentica che il cibo che viene dalla terra e’ uno dei diritti inalienabili per tutti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, celebrando il quarto di secolo di Arsial.
“Nel 2013, quando si avviò la prima fase di questo governo del Lazio, la prima legge regionale che la Giunta propose al Consiglio fu un testo di riordino e chiusura di un numero incredibile di agenzie e società regionali, ritenute inutili o che rappresentavano una sovrastruttura pesante- ha ricordato Zingaretti- Per l’Arsial si decise di mantenere vivo questo strumento, perché già allora si capì quanto era importante razionalizzare gli interventi della Regione nel territorio. Ma in questa razionalizzazione non bisognava fare l’errore di colpire un’agenzia che aveva come identità e core business l’agricoltura e il cibo. Quell’intuizione è stata giusta e la storia ci ha dato ragione”.
Proprio la pandemia da Covid 19 ha fatto ritrovare “la centralità di alcuni valori, che sembravano finiti in cantina, per miliardi di persone. A cominciare dalla vita, dalla salute e dal benessere. Quante volte si è marginalizzata l’importanza della salvaguardia del benessere della persona rispetto alle regole dello sviluppo economico. E questo riguarda anche il cibo, inteso come elemento di sopravvivenza ma anche come nutrizione di qualità, come terra e quindi come agricoltura- ha proseguito Zingaretti- Vedo una centralità del ruolo che svolge Arsial e dell’agricoltura”.
In particolare su due fronti: il modello di sviluppo e il passaggio di testimone tra generazioni. “Difendere il cibo significa difendere la qualità, i profumi, i paesaggi, i borghi. Un valore inestimabile che fa occupare all’Italia un posto di prim’ordine- ha sottolineato il governatore- Se guardiamo la storia di questi 40 anni repubblicani, non sempre nel Lazio la produzione agricola ha puntato alla qualità e se c’è stata distruzione del territorio è perché un ettaro di territorio agricolo valeva meno di un ettaro di territorio sulla speculazione fondiaria o edilizia. Negli ultimi 15 anni si sta cambiando e c’è un ritorno dell’idea del cibo come difesa della terra, delle tradizioni, e della salvaguardia del pianeta: non sono temi nostalgici ma rappresentano un pilastro per vivere meglio nel futuro”.
Per quanto riguarda il passaggio di testimone generazionale, “abbiamo puntato molto sul dare terre pubbliche ai giovani. Sul Psr abbiamo impegnato il 95% della programmazione 14/20 e dato 500 milioni. Gran parte di questi fondi sono stati indirizzati sulla qualità e sul passaggio di testimone per avere una nuova generazione che torna sulla terra per produrre qualità e tracciabilità. Quante volte ci capita di entrare in un paese e di trovare il ragazzo o la ragazza, figli dell’ex proprietario di un’azienda, che hanno ridato vita a una piccola-media attività enogastronomica o agricola riscoprendo un piatto o la coltivazione o la vigna del nonno o gli ulivi, rimettendoli in campo grazie alle nuove tecnologie. E’ un patrimonio inestimabile che l’Arsial deve portare avanti perché non siamo secondi a nessuno”.
Per quanto riguarda il passaggio di testimone generazionale, “abbiamo puntato molto sul dare terre pubbliche ai giovani. Sul Psr abbiamo impegnato il 95% della programmazione 14/20 e dato 500 milioni. Gran parte di questi fondi sono stati indirizzati sulla qualità e sul passaggio di testimone per avere una nuova generazione che torna sulla terra per produrre qualità e tracciabilità. Quante volte ci capita di entrare in un paese e di trovare il ragazzo o la ragazza, figli dell’ex proprietario di un’azienda, che hanno ridato vita a una piccola-media attività enogastronomica o agricola riscoprendo un piatto o la coltivazione o la vigna del nonno o gli ulivi, rimettendoli in campo grazie alle nuove tecnologie. E’ un patrimonio inestimabile che l’Arsial deve portare avanti perché non siamo secondi a nessuno”.
Senza dimenticare la “funzione sociale dell’agenzia, di distribuzione a chi ha bisogno di questo bene primario- ha concluso Zingaretti- Per questo nel 2013 si decise di non chiudere Arsial, perché volevamo ridare una centralità al valore della terra, dell’agricoltura, del cibo, del gusto e del tema della comunità, con un’identità positiva di valorizzazione della nostra storia”.
Foto: RietiLife ©