“Ad alleggerire le tasche delle cittadine e dei cittadini del nostro territorio non ci sono soltanto le bollette pazze che Acqua pubblica sabina sta recapitando a tanti utenti, ma anche l’Imu. In scadenza c’è infatti la seconda rata, ovvero il saldo che mediamente farà sborsare ai proprietari di seconde case 505 euro”. Lo fa sapere la Uil di Rieti e della Sabina romana che ha elaborato i dati dello studio nazionale “Rapporto Imu 2020” realizzato del servizio Uil Lavoro, coesione e territorio.
“Dopo la Capitale – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana – il capoluogo sabino è il secondo per importo medio versato a saldo. Se a Roma la seconda rata Imu supera di poco i mille euro, a Viterbo il costo si attesta a 463, a Frosinone a 443 euro, mentre a latina scende fino a 414 euro”.
“Tra acconto e saldo – prosegue Paolucci – una seconda casa a Rieti costa ai possessori 1010 euro, a Roma oltre duemila, a Viterbo 927 a Frosinone 886, a Latina 827. A far balzare quasi in testa a questa classifica il nostro territorio è l’aliquota che a Rieti come nella Capitale è all’11,4 per mille, mentre negli altri territori del Lazio è al 10,6”.
“Confrontando quanto dovuto dai proprietari di seconde abitazioni e da chi invece possiede una prima casa di lusso come una villa o un castello – prosegue l’esponente sindacale reatino – notiamo che il saldo per questi ultimi è di 1125 euro, che sommati all’acconto danno un totale di 2250 euro. Spulciando invece tra le città a noi vicine, anche se oltre i confini regionali, rileviamo che il saldo dei proprietari di seconde case di Terni è mediamente di 443 euro con un costo totale annuo che arriva a 885 euro. Va ancora meglio ad Ascoli, dove il costo medio annuo di una seconda casa arriva complessivamente a 720 euro, con una rata di saldo di 360 euro”.
“Da nord a sud del Paese – continua Paolucci – stanno pagando il saldo Imu oltre 25milioni di italiani, il 41 per cento sono lavoratori dipendenti e pensionati. La spesa di questi giorni sarà di quasi 10miliardi, il un gettito annuo complessivo sfiora invece i 20miliardi di euro. Come sostiene la segretaria confederale Ivana Veronese, è necessaria una riforma del catasto in grado di riportare equità nella tassazione sul mattone”.
“L’ultima revisione degli estimi catastali risale infatti al 1989 – conclude Paolucci – è quindi fondamentale rivisitarli e aggiornarli per rendere effettiva una maggiore equità tra tutti i contribuenti”.
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