(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Il pranzo è servito. O forse no. Vedremo. Per ora il nuovo Dpcm “formato natalizio” varato il 3 dicembre dal Premier Conte (unito al decreto che l’ha preceduto) tra le tante restrizioni confermate (divieto di spostarsi tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, il coprifuoco alle 22 e la chiusura dei ristoranti alle 18 in zona gialla) ha salvato almeno il banchetto (comunque ristretto, massimo 4 non conviventi) del mezzogiorno.
Niente cenoni e veglioni in luoghi pubblici. E dalle 22 tutti tappati in casa. Insomma sarà un Natale e un Capodanno di restrizioni e a farne le spese sono quelle attività, dalla ristorazione, al settore alberghiero passando per il commercio), che proprio in questo periodo riuscivano a fatturare più di quanto incassato in un anno. Federalberghi ha stimato una perdita del 90% del giro di affari e a livello locale la conferma arriva dal presidente Michele Casadei che parla “di prenotazioni dimezzate rispetto allo scorso anno ma molte potrebbero essere disdette alla luce della conferma delle restrizioni del Dpcm”. Ancora peggio la situazione nel settore della ristorazione, colpitissima e che settimane fa scese in piazza proprio a Rieti per chiedere di poter solo lavorare, senza restrizioni.
Qui a tratteggiare il momento è lo chef Elia Grillotti che parla di “crollo medio del fatturato del 70% per ristoranti e banchettistica legate alle cerimonie e addirittura del 90% per le tavole calde”. Tradotto in soldoni: le perdite oscillano tra i 70 e i 250 mila euro per il solo periodo compreso tra Natale e Capodanno. Anche per Confcommercio, che raccoglie diversi settori commerciali e i numeri sono in negativo. Per il presidente Leonardo Tosti “a novembre si sono registrate perdite del 60-70% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e anche il Black Friday non ha contribuito a risollevare gli incassi con il 50% in meno degli introiti. Non ci resta che sperare nei saldi che partiranno il 12 gennaio e in un allentamento delle restrizioni”.
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