(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Quel che è realtà a pochi km da qui, a Rieti e nel Lazio rimane ancora mistero. Parliamo del plasma iperimmune, quella “parte” del sangue (fisiologicamente più della metà in volume) degli ex malati covid che può aiutare la terapia degli attuali malati. Il plasma iperimmune come si ottiene? Con una semplice donazione. Che a Rieti 8e nel Lazio) non è prevista, perché? Giriamo la domanda a chi di dovere.
Intanto nella vicinissima Terni, la raccolta è iniziata: “Grazie agli anticorpi presenti, il plasma di chi è guarito dall’infezione può essere utilizzato per neutralizzare il virus o ridurne la carica in altri pazienti Covid – spiegano dal Santa Maria – ci sono criteri ben precisi per poter donare: è necessario essere stati sintomatici, essere negativi al tampone molecolare da almeno 28 giorni, avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, non aver avuto gravidanze e non essere stati mai trasfusi. A Terni finora esaminate circa 20 persone, di cui una idonea. Altri 25-30 candidati, di questi in settimana 4-5 verranno sottoposti a prelievo” per valutare l’idoneità.
“I reatini sono costretti ad andare a donare a Terni, Orvieto o L’Aquila ma non possono donare per i loro concittadini. Sarebbe interessante capire qual è la politica – dice una lettrice – io sono guarita da poco, ma siamo 15 persone, tra amici e parenti, a voler donare dopo esser stati male. I parametri sono stretti, vero, ma oggi in provincia abbiamo più di 1400 casi. Anche fossero idonei in 50, le persone che potrebbero essere aiutate sarebbero tante”.
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