(di Christian Diociaiuti – RietiLife Free Press) “Sia un Natale per dare, non per comprare”. Il Papa non l’ha detto per ridurre gli assembramenti da shopping, ma per spirito cristiano. “I poveri sono nelle nostre città, no all’indifferenza”.
E sono (tanti) anche a Rieti, lo dimostra il boom di pasti caldi (non meno di 100 al giorno) confezionati dalla Mensa di Santa Chiara. “Gli aiuti che diamo sono raddoppiati in pandemia – dice Don Fabrizio Borrello, direttore Caritas Rieti – basti pensare ai circa 120 pasti a sera che la Mensa di Santa Chiara fornisce e alle richieste, intorno a 100 a settimana, che arrivano alla Caritas”. Non sono numeri che riguardano solo singoli: “Dietro ci sono le famiglie. La maggior parte reatine. Chiedono una mano con le bollette o sostegno alimentare. C’è un’alta percentuale di anziani che domandano aiuto: tolgono a loro stessi per aiutare i figli, oppure hanno pensioni minime”.
In una Rieti (e provincia) gravata da una storica crisi “si è aggiunta la pandemia. La situazione di povertà si allarga. Chiudono piccole aziende, molti si sono trovati senza sostentamento. Non si può nascondere che tanti, col lavoro nero, andavano avanti portando a casa la giornata: giovani, stranieri” dice Borrello. Senza contare la quota di richiedenti asilo che transita su Rieti in attesa di un documento: “La mattina vengono a prendere pane o pizza perché magari non hanno fatto colazione” aggiunge. “Con il primo lockdown i numeri sono aumentati. Speravamo diminuissero, ma sono rimasti alti” aggiunge.
Domenica il Papa ci ha detto di aiutare. E Rieti può e vuole farlo. “Un anonimo ci ha lasciato 1500 euro di buoni spesa Coop – spiega Don Fabrizio – A livello strutturale stiamo operando con il Fondo Santa Barbara e con il nascente Fondo del Pane di Sant’Antonio rivolto alle imprese. In senso più materiale, sia Caritas che Mensa di Santa Chiara accettano donazioni o alimenti. Ci si può rivolgere al centro di piazza Oberdan 18, oppure donare sui conti. Riferimenti sul sito della Chiesa di Rieti”.
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