Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di una lettrice. Restiamo a disposizione per eventuali repliche.
Mi chiamo P.C. Sono una docente di 35 anni, che sta vivendo una situazione davvero bizzarra! Per utilizzare un eufemismo! Martedì 10 novembre vengo contattata dal Comune di antrodoco, paese nel quale risiedo, che mi comunica il risultato positivo al tampone sars COVID 19. Data di nascita, residenza, codice fiscale corrispondono alle mie. Ma io non ho fatto alcun tampone.
Contatto il medico di base, che con il sindaco, continua ad inviare segnalazioni alle mail a loro disposizione. Passo ogni giorno almeno 1 ora e mezza in attesa che il numero verde COVID, ed altri numeri della Asl di Rieti, mi rispondano. Nessuna risposta. Procedo anche personalmente, inviando una pec, alla mail presente sul sito, anche in questo caso senza ricevere alcuna risposta.
Sono costretta ad inviare un’autocertificazione a scuola di mio figlio, per dichiarare che si tratta di un errore. Ad oggi, ho ricevuto la conferma che si tratta di un caso di omonimia, mezzo mail, inviata al mio medico di base. Ma sono ancora nella lista dei positivi, il mio nominativo è cioè nelle mani delle forze dell’ordine. Sono passati 4 giorni. Ho già dato mandato al mio avvocato di procedere nelle sedi opportune.
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