Lettera di uno degli operatori della RSA di Borbona, cluster con 67 positivi tra ospiti e operatori. La pubblichiamo.
“Volevo ringraziare tutti per l’affetto dimostrato nei miei confronti, mi sarebbe piaciuto poter rimanere ancora in struttura ad aiutare i vecchietti ma nel momento della positività non è più possibile perché non si sa come si evolve la tua situazione personale. Io ero lì da venerdì sera e ho staccato martedì mattina: la mia famiglia è in quarantena fiduciaria e sembra finora non abbia nessun sintomo. Siamo entrati negativi e ne usciamo positivi con la convinzione di aver fatto tutto il possibile per provare ad assistere in maniera dignitosa tutti i nostri “nonnini”. Fortunatamente un gruppo di noi (molto pochi per la verità )risultati negativi hanno continuato il lavoro facendo turni che prima facevamo tutti insieme. Soltanto oggi sono arrivati rinforzi per aiutarli e finalmente possono riposarsi. Ora sono in isolamento a Borbona e mi manca la mia famiglia, così come manca la loro a tutti i miei colleghi. Non siamo eroi e non vogliamo esserlo. Il virus è entrato e non sappiamo come. Potrebbe essere ‘colpa’ nostra o no, ma in questo momento non mi interessa come non mi interessano i commenti negativi di qualcuno e anche dei familiari. Perché noi siamo sempre gli stessi che da 5 anni ad ora stanno accudendo i vecchietti facendoli sentire sempre vivi. Ho scoperto di far parte di un gruppo fantastico che ancora sta facendo tutto il possibile per aiutarli ho visto le mie colleghe/parlare con i propri familiari dicendogli di non preoccuparsi che tutto sarebbe andato bene. Ma anche noi siamo esseri umani e solo la passione per il nostro lavoro ci ha dato la forza per andare avanti. Non vogliamo elogi, non ci servono ma almeno il rispetto quello lo pretendiamo. Non trattate le nostre famiglie come fatte da ‘appestati’ perché finora stanno tutti bene e in in isolamento fiduciario. Un saluto ai miei colleghi speciali”.
Foto: RietiLife ©