(di Christian Diociaiuti) Era in programma lo scorso 10 ottobre la prima partita della Juniores del Rieti. Inserita nel girone E con laziali, umbre e toscane, la squadra amarantoceleste sabato avrebbe dovuto esordire allo Spoletini di Cannara. Un rinvio d’ufficio però, ha spostato la gara al 21 ottobre. E allora questa Juniores magari la vedremo sabato 17 nel derby laziale con Montespaccato, alle 15.30, addirittura allo Scopigno.
Della Juniores del Rieti però, oltre al calendario diramato dalla Lnd e dello stadio indicato come sede di gioco indicata (l’ex Scia non più omologato non si può usare e andare al Gudini ha un costo), non si conoscono né lo staff tecnico né la composizione della dirigenza. E, a dir la verità, non si conoscono nemmeno i giocatori. Perché, di fatto, non c’è nulla di tutto questo. Il rinvio d’ufficio è stato una manna dal cielo. Ma sabato bisognerà giocare. Però la squadra non ha fatto la preparazione, non ha uno schema, non ha un allenatore. Non esiste. Col gravoso problema dell’assenza di un campo di gioco in gestione e di ulteriori risorse da spendere per una squadra giovanile che sarebbe obbligatoria (non lo sono invece U17 e U15, come in Lega Pro) il Rieti non l’ha semplicemente allestita.
E tra il fare le corse dell’ultimo minuto e pagare una multa che tutto sommato farebbe risparmiare bei soldi di una stagione comunque piena di incertezze (perché il covid ha cambiato tanti equilibri anche nel pallone, va detto), forse il Rieti sceglierà quest’opzione, pagando migliaia di euro per la sanzione di non aver rispettato un obbligo.
Aldilà di partite, esclusioni e multe, l’assenza della Juniores apre a una più ampia riflessione su cosa il calcio amarantoceleste e del Football Club Rieti abbia generato in termini di talenti nostrani negli ultimi anni. Molto poco. Forse nulla. E in maniera più larga, ci si chiede cosa possa aver lasciato a livello sociale la gestione delle giovanili negli ultimi 3-4 anni. Nella parentesi di C si è vista una marea di giovani non reatini vestire la maglia delle giovanili con un settore giovanile amarantoceleste che è andato via via sciogliendosi come neve al sole, con chance e numeri di calciatori di città e provincia sempre più decrescente.
Dunque, settore giovanile ridotto al lumicino e oggi inesistente. A cui aggiungere una scuola calcio coi colori del Rieti “salvata” da soggetti terzi ormai due stagioni fa e non più “serbatoio” – oltre che di quote d’iscrizione, diciamocelo – anche di freschezza (inteso come investimento sportivo sul futuro) per tutto il club. Insomma: giovani che sono più un costo che un guadagno, più una grana che ricchezza, a vederla con gli occhi del Fc Rieti. E se economicamente magari è così, socialmente cosa resta? Sia chiaro, ad assolvere ai compiti – non scritti – della prima realtà calcistica di questa provincia ci sono decine di altre società, in città e dintorni, che assolvono in maniera compiuta e professionale. Ma questo Rieti calcio, inteso così, che futuro avrà?
Foto: RietiLife ©