Riceviamo e pubblichiamo un’accorata lettera giunta in Redazione.
Sono Alberto Pirri, ho 59 anni e dal 2012 vivo in Castel Sant’Angelo in provincia di Rieti, la frazione si chiama Canetra e abito in via Vittorio Veneto 12. Mio padre è nato in questo paese e fino al 2012 sono venuto qui ogni anno: vacanze estive, feste, ogni volta che ho potuto. Dopo la morte dei miei, la riduzione del lavoro e dello stipendio sono venuto ad abitare qui con felicità, perché ci sono cresciuto. Arriviamo al punto. Da quando sono qui mi sono sentito sempre un po’ emarginato perché qui, a nemmeno 100 km da Roma, io sono il “romano” ma questo poco mi importa.
Nel 2014, grazie all’aiuto di una psicologa dalla quale andavo perché soffrivo di depressione, ho superato il “terrore” (e non è un termine esagerato) per gli animali, soprattutto i cani e così sono andato in un rifugio per animali abbandonati e ne ho adottato uno. Il suo nome era Marcus. Ad un anno di età del mio animale, qui tutti sparlavano perché stanchi degli escrementi che trovavano e accusavano il mio cane… in fondo io sono di Roma e non di qui. Molti hanno preso le mie difese affermando che mi vedevano andare con il mio amore e raccoglievo gli escrementi che faceva e la cosa è andata a tacere.
Ultimamente, con un mio amico e il suo cane, facevamo lunghe passeggiate in isolamento per via del Covid: il fiume qui vicino, i sentieri, le stradine. Dopo, anche se l’emergenza non è del tutto passata, abbiamo cambiato giro e andavamo nella chiesa qui vicino dove c’è una piccola pineta. Qui ci prendevamo il “lusso” di lasciar correre un po’ i cani dopo che avevano fatto, e noi raccolto, i bisogni. Spessissimo li rimproveravamo perché mangiavano i bisogni dei gatti ma avevano imparato a lasciarli appena glielo ordinavamo. Ultimamente qualcuno ha sparso la voce che nella pinetina i cani avevano riempito di escrementi l’area. Due sere fa, portando lì i nostri cani, l’ennesimo rimprovero ai cani per non fargli mangiare i bisogni dei gatti, almeno quel che credevamo. Erano le 21. All’una di notte il mio cane respirava in modo veloce e pensavo stesse soffrendo per il caldo. Ho acceso il ventilatore per rinfrescarlo ma niente. Poi gli ho detto “vieni da papà” e lui si è alzato ma tremava sulle zampe posteriori. Mi sono spaventato, l’ho accarezzato per un po’ per calmarlo e poi ho chiamato il mio amico che mi ha detto che anche il suo si comportava in modo strano. Abbiamo riportato i cani fuori, alla pinetina per controllare cosa potevano aver mangiato e abbiamo trovato una polpetta di carne, uova sode, aglio e lumachicida alla metaldeide. Grosse polpette perché dovevano uccidere anche un cane di taglia grande. Abbiamo chiamato la guardia medica veterinaria che ci ha detto cosa dovevamo fare. Niente.
L’abbiamo richiamata ma ci ha rassicurati perché diceva che se i cani non avevano vomitato voleva dire che non avevano ingerito nulla e stavano smaltendo quel po’ di veleno col quale erano venuti a contatto. Poi l’abbiamo richiamata e richiamata ancora e alla fine ci ha detto che se i cani non fossero peggiorati nei 45 minuti successivi, dovevamo portarli a Narni, un’ora di macchina da qui. Abbiamo deciso di non aspettare e andare ma il cane del mio amico, di taglia più piccola del mio, si è accasciato. Li abbiamo portati a casa. Il cane del mio amico, Jimmy, era nella cuccia e il mio nel pianerottolo della casa del mio amico, una distanza di nemmeno un metro uno dall’altro. Dopo poco a Jimmy sono venute una specie di convulsioni, sono durate un’ora e 15 minuti prima di spirare.
Pochi minuti dopo il mio Marcus è peggiorato e dopo un’agonia di due ore è morto. Io sono disperato, non provo tanto dolore quanto provo tanta rabbia. Sono morti nel peggiore dei modi perché accusati di lasciare i loro bisogni all’aperto, quando abbiamo tanti di quei sacchetti a casa che usiamo per raccoglierli. C’è da dire che ci sono anche dei randagi che girano qui provenienti da paesi limitrofi e lasciati liberi, forse perché possono trovare da mangiare. I Carabinieri hanno delimitato la zona e c’è un foglio con su scritto “sospetto avvelenamento”, perché sospetto? Due creature morte, 5 polpette avvelenate e la conferma che il veleno c’era e si scrive sospetto? Non cerco vendetta ma giustizia, perché far pagare a due cani per qualcosa che se ci affrontavano avremmo spiegato? 4 ore ad accarezzare il mio cane cercando di rassicurarlo, con la disperazione nel non capire di cosa avesse bisogno, Marcus non poteva dire se aveva dolore o se aveva paura, non sapevo decifrarlo da suoi occhi. I nostri amori ci guardavano mentre soffrivano, cercando un aiuto che non potevamo dare. Ho vissuto 6 anni col mio cane, io e lui da soli e quindi il rapporto era molto stretto e non meno o più stretto di quello che Jimmy aveva con il mio amico e alla sua famiglia. Vorrei che se ne parlasse tanto, vorrei fare più rumore possibile. Non provo dolore ma solo tanta rabbia per ora, i nostri cani erano tutto per noi e per me che vivo solo perché con lui parlavo, litigavo, ridevo, uscivo di casa.
Sono arrabbiato e mi sento in colpa anche se razionalmente penso che non è colpa mia ma poi dico “Marcus e Jimmy” sono morti perché qualcuno non ha voluto parlare con noi prima. Aiuto, ti chiedo aiuto, sto male. Ho sempre avuto paura di morire prima di lui perché non sapevo quale sarebbe stato il suo futuro, mai avrei immaginato di vederlo andar via prima di me. Aiutatemi vi prego, che questo non si ripeta più, aiutatemi perché non si siano altri Marcus e Jimmy. Una morte orrenda causata dalla vigliaccheria, da chi svaluta gli animali perché sono inferiori dimostrando così tutta la loro inferiorità. Non voglio che passi tutto sotto il peso del silenzio. Qui in molti sanno ma nessuno parla anche se certi commenti ti mettono sulla strada del colpevole. In 59 anni non ho mai picchiato nessuno, discusso sì e anche litigato ma le volte sono state inferiori a 10, non è nella mia indole andare in giro a litigare. Se avessi la certezza inconfutabile di chi è stato però non so cosa farei perché non hanno fatto del male a me ma al mio Marcus. Aiutami a creare rumore, a dar fastidio a questa massa di omertosi. Questo è un reato penale anche perché se una coppietta fosse andata li quella sera ed entrava in contatto, anche senza ingerirla, con la metaldeide si sarebbe intossicato se non morto visto la quantità che c’era. Erano polpette grandi perché dovevano uccidere un cane di taglia piccola e anche di taglia grande. Non è mania di persecuzione è la certezza che volevano i nostri cani morti. Chi uccide gli animali senza pietà è capace di uccidere anche le persone, ne sono certo. Vogliamo combattere questa mentalità dell’animale come bestia e quindi non degna di nulla
Vi prego, vi prego, aiutateci. Alberto Pirri e Antonello Putignani.
Foto: RietiLife ©
la razza più cattiva au questo pianeta cammina su 2 gambe….
Che gesto delinquenziale, direi da assassini e delinquenti comuni, non possono essere definiti altrimenti.
I nostri cani, chi non ne possiede non può comprendere, sono per noi parte integrante della famiglia; un pezzo della nostra vita, legati a ricordi, a momenti trascorsi assieme, belli o meno belli ed essi hanno tutti un carattere diverso l’uno dall’altro, una personalità diversa una dall’altro, un modo di fare e di comportarsi diverso e peculiare uno con l’altro. Sono sensibili, incondizionatamenete affettuosi e teneri, delicati, profondi, intelligenti ed hanno una dote di gran lunga superiore a tutti noi; la fedeltà assoluta, vissuta con abnegazione inderogabile e senza se e senza ma; gli uomini non sono dotati di queste doti; chi ha messo in opera un gesto così crudele e maledetto non merita di stare in stato di libertà, non merita di essere in vita; non merita alcun rispetto; merita solo di essere punito alla stessa stregua del grande danno cagionato e degli omicidi commessi a creature innocenti che sono capaci di riempire il cuore delle persone in maniera eccelsa, quali grandi compagni di vita e con i quali condividiamo emozioni e sensazioni sincere.
Comprendo appieno il dolore che provate !!
Mi spiace molto.