In riferimento al recente studio della Cgia di Mestre sulla pressione tributaria locale pro capite, l’assessore alla Gestione delle risorse finanziarie, Giuseppe Diana, relativamente ad alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi sulla stampa, dichiara: “Il Comune di Rieti non è assolutamente l’ente locale che applica la più alta tassazione d’Italia. I dati riportati nello studio sono, infatti, il risultato di un’aggregazione tributaria che somma le fiscalità regionale, provinciale e comunale. I capoluoghi di provincia del Lazio risentono della forte tassazione imposta dalla Regione a causa del Piano sanitario di rientro dal debito. A questo proposito, se tutte le amministrazioni regionali italiane applicassero lo stesso livello di fiscalità di quella laziale, Rieti sarebbe in una posizione ben più bassa di quella che emerge dallo studio. Analizzando i dati che si riferiscono alla sola tassazione da parte delle amministrazioni comunali, e quindi scorporando gli elementi tributari in capo agli altri enti locali, il Comune reatino è ampiamente al di sotto di città come Bologna, Padova, Pisa, Benevento, Olbia e Cagliari. Rieti si trova ai vertici della classifica stilata dalla Cgia, insieme agli altri Comuni capoluogo laziali, poiché appartiene all’unica provincia del Lazio che non possiede un proprio impianto di smaltimento dei rifiuti: ciò comporta una Tarsu più alta rispetto agli altri capoluoghi per effetto dei costi di trasporto. Eliminando tale costo, l’amministrazione comunale reatina si piazzerebbe al di sotto di altri Comuni capoluogo. Infine, occorre tener presente che lo studio considera anche il gettito da Ici sulle seconde case di proprietà e questo rappresenta un elemento positivo, in quanto indicativo del tenore di vita medio dei contribuenti reatini. A ciò si aggiunge che diversi proprietari di seconde case sono residenti fuori dalla provincia di Rieti e quindi la tassazione incide su di loro, mentre lo studio la ridistribuisce tra i cittadini del Comune reatino, inquinando così il dato reale. Pertanto, sarebbe opportuno che le conclusioni derivanti da studi specifici sul settore vengano analizzate e commentate nel loro insieme e non estrapolando semplicemente alcune parti tese a dare informazioni strumentali e distorte sulla realtà”. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 18 Gennaio 2011