La seconda sezione della Corte d’Appello del Tribunale di Roma, riunita dalla tarda mattinata di stamattina per discutere sul ricorso alla sentenza 616 del 2018 relativa alle Officine Varrone ha revocato la misura cautelare del sequestro e disposto la restituzione degli immobili alla Fondazione Varrone (il complesso della biblioteca e quello delle aulette); contestualmente è stata revocata anche la riduzione in pristino degli immobili, disposta dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Rieti. Lo annuncia Fondazione Varrone.
“È una bellissima notizia per la città e per la Fondazione” il commento a caldo del presidente Antonio D’Onofrio, che sin dal suo insediamento aveva cercato di accelerare i tempi per riavere le Officine Varrone sequestrate nel 2014, cominciando con il riaprire- nel giugno 2019 – la ex Chiesa, che non rientrava nel perimetro dei beni sequestrati. La Corte d’Appello ha disposto il non luogo a procedere verso l’ex presidente della Fondazione Innocenzo de Sanctis, l’ingegnere Andrea Cecilia e il titolare dell’impresa costruttrice Mario Ferretti per i reati di natura edilizia per l’intervenuta sanatoria ed ha assolto dal reato di falso Andrea Cecilia e il funzionario del Genio Civile Giuliano Turchetti perché il fatto non sussiste. A darne notizia i legali della Fondazione Varrone l’avvocato Pier Paolo Dell’Anno, del foro di Roma, e l’avvocato Matteo Pifani per conto dell’avvocato Vincenzo Martorana del foro di Rieti. La Corte si è presa 80 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza.
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