L’editoriale del direttore di RietiLife, Emiliano Grillotti, sulla riapertura delle scuole
La riapertura delle scuole desta in me – ma sono in buona compagnia – non poca preoccupazione. Da giornalista, da cittadino da genitore. Da domani inizia la scuola ed è un anno zero per tutti, una partenza a cui le nostre generazioni non sono nè abituate nè preparate.
Tutte le scuole della nostra città stanno lavorando da settimane per garantire un rientro sicuro, cercando di trasmettere serenità soprattutto laddove ci sarà la presenza dei più piccolini. Serenità e tranquillità profusa anche nei confronti dei genitori i quali, il sottoscritto in primis, non nascondono alcune perplessità. I dubbi e le domande più frequenti sono destinati ovviamente al verificarsi delle peggiori delle ipotesi: se uno studente sarà positivo, se riporterà la sua positività e il contagio in casa, ai genitori ai nonni.
Cosa accadrà se più studenti saranno positivi, che ne sarà della loro formazione e preparazione, messa certamente a dura prova durante la didattica a distanza durante il lockdown. Dubbi leciti, dubbi emersi nelle discussioni in chat, sui social. Chi guarderà i ragazzi più piccoli in caso di quarantena? Come si farà con il lavoro, che ne sarà del rientro in società? Ma anche dubbi sulle disposizioni da tenere nelle aule, tenere costretti i bambini e le bambine delle elementari, ad esempio, ad andare sostanzialmente contro natura, al non poter interagire a non scambiarsi un quaderno o un colore o una penna. Un plauso già da adesso lo voglio fare alla professionalità che metteranno in campo gli insegnanti, di ogni ordine e grado, deputati anche al controllo di quel contatto che è parte integrante dell’espressività dei più piccoli e di saper interpretare quella mimica facciale tipica ma nascosta dalle mascherine.
In Italia siamo stati, stando ai numeri, molto attenti al distanziamento sociale con qualche picco in negativo durante l’estate e le vacanze: con non pochi sacrifici si è cercato di mantenere distanziamento, rispettare le norme igienico sanitarie e non ultimo il dover far fronte a difficoltà economiche imposte dalla chiusura generale. Si poteva fare di meglio? Forse si e in diversi fronti.
Si poteva aspettare a riaprire quantomeno le frontiere e i confini delle regioni più interessate al problema Covid, si poteva pensare di accelerare aiuti e ripartenza economica ma si poteva soprattutto pensare ad un piano B per la riapertura delle scuole. Domani ricominceranno a muoversi circa 7 milioni di persone, prenderanno i mezzi pubblici e staranno in ambienti comuni.
Piano B, dicevamo: nella speranza che non occorra un piano alternativo con molte probabilità si poteva prevedere un rafforzamento della didattica a distanza, fornendo aiuti laddove necessitavano, offrendo contributi maggiori e potenziando magari l’accesso ad internet in un evidente divario che imperversa oramai da anni anche nel nostro Paese. Come dire, meno monopattini ma più tablet computer e rete.
Ecco, così ripartirà la nostra scuola con l’auspicio che tutti si attengano scrupolosamente alle regole e che il buonsenso possa determinare un anno scolastico buono per ogni componente. In bocca al lupo a tutti e, davvero, a nessuno escluso.
Foto: RietiLife ©