“Lo ricordiamo: alle 3.36 della notte del 24 agosto 2016 un terribile terremoto devastò, tra le altre zone dell’Italia centrale, la provincia orientale di Rieti uccidendo 303 persone e provocando danni nei 15 paesi del cratere, radendo al suolo e riducendoli ad un ammasso di macerie, in particolare Amatrice e Accumoli”: lo scrive Cgil.
“A quattro anni di distanza da quella drammatica notte, a cui seguì purtroppo una ulteriore violentissima scossa il 30 ottobre sempre del 2016, valutiamo che qualche passo in avanti è stato fatto: la consegna di alcune case popolari; la posa della prima pietra dell’ospedale di Amatrice; la ripresa e l’impianto di qualche cantiere. Tutto ciò grazie all’impegno dei cittadini in primo luogo, che continuano, nonostante tutto, a non voler abbandonare questo territorio. Come pure l’impegno dei Sindaci, dei Sindacati, delle rappresentanze delle Imprese, delle Associazioni ed anche della Regione Lazio in attuazione dall’accordo sottoscritto nel giugno 2017 e periodicamente monitorato. Accanto a questi piccoli positivi passi la constatiamo in negativo: -sono poche le richieste di ricostruzione da parte dei privati; la ancora scarsa percentuale di cantierizzazioni fatte ad oggi; La mancanza di alcuni servizi sanitari primari; La criticità dei trasporti, settore fondamentale, peraltro non organizzati per le esigenze della popolazione” dice Cgil.
“Segnaliamo che resta ancora aperto il tema fondamentale delle infrastrutture materiali e immateriali e della predisposizione di un serio piano di investimenti per lo sviluppo, nonostante segnali positivi quali il decisivo inserimento della salaria tra le opere di importanza strategica e l’impegno del governo a destinare somme significative del recovery fund per questo territorio. Auspichiamo che le dichiarazioni del Commissario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, riguardo ad un maggiore coinvolgimento dei soggetti presenti sul territorio sia il segnale di una svolta concreta nell’approccio alla ricostruzione che, a quattro anni dal sisma che devastò l’Italia centrale, sconta ancora gravi ritardi. Riteniamo tale svolta la vera e urgente necessità per realizzare quel progetto di sviluppo di economia locale che coniughi la ricchezza delle risorse naturali e culturali con la necessaria innovazione in una logica di sistema in grado di rendere attrattivi questi territori, pena lo spopolamento con le gravi conseguenze che ciò comporterebbe. Rivolgiamo ancora una volta un forte appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché alle buone intenzioni dichiarate possano seguire con ferma determinazione gli atti concreti per affrontare la gravissima condizione del territorio colpito dal quel terribile sisma. La CGIL come in tutti questi anni continuerà ad impegnarsi e ad operare sul territorio per la sua rinascita accanto a tutta la popolazione” conclude Cgil
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