“Dall’albo pretorio del sito dell’ASL di Rieti leggiamo la pubblicazione della delibera n° 772 del 6.8.20 con la quale l’ente stipula una “onerosa” convenzione con il S. Filippo di Roma per l’espletamento di attività specialistica di medicina trasfusionale. Con delibera n° 608 del 12.6.2020 il Centro Immuno-Trasfusionale non ha più un responsabile. L’ex responsabile dal 31.12.19 è stata destinata ad altra attività”: lo scrive Susanna Barina, di Italia Viva Rieti.
“Italiaviva accoglie con favore le dichiarazioni di questi giorni per i finanziamenti che arriveranno a risollevare le sorti della Sanità reatina e gioisce per il ritrovato interesse per sanare la situazione di abbandono che i cittadini e gli operatori sanitari di Rieti hanno patito in questi anni. Speriamo che l’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese faccia ripensare il sistema sanitario per potenziare e ristrutturare i servizi sanitari su tutto il territorio.
Non dimentichiamo le lunghe liste d’attesa, la carenza di organico e la mobilità passiva che costringe i pazienti ad soddisfare i loro bisogni sanitari in altre regioni. Nonostante le rassicurazioni da parte della governance dell’ente e i finanziamenti della regione non possiamo tacere rispetto ad alcuni atti che l’ente sta intraprendendo in questi giorni” dice Barina.
“A questo scopo chiediamo per i cittadini e per i pazienti di patologie serie come quelle trattate dal centro Trasfusionale, rassicurazioni e chiarimenti circa il futuro del centro e le carenze di organico. La situazione non è più sostenibile e perdura da anni. Riteniamo che le politiche prese finora, fare bandi e concorsi, non hanno dato esito positivo, bisogna rivedere come è stato affrontato questo problema e la carenza di personale al più presto.
Dai fatti deduciamo che le soluzioni non sono state efficaci. Ci risulta che sono stati svolti solo bandi di concorso per medici a tempo determinato che, ovviamente, vanno costantemente deserti, come avviene per altre specialità, mai concorsi a tempo indeterminato. I professionisti infatti si spostano solo per incarichi a tempo indeterminato e se le prospettive di crescita e sviluppare le loro professionalità a medio e lungo termine. Italiaviva chiede per Il territorio della provincia di Rieti ancora più attenzione per le sue peculiarità demografiche, orografiche e sociali” dice Barina.
“Rieti ha bisogno di una Sanità di qualità per vari motivi più volte elencati, non ultimo un territorio da ricostruire dal terribile sisma, ma uno forse per noi non meno importante degli altri, lo vogliamo per una semplice esigenza di ristabilire equilibrio tra i territori del Lazio e quel senso di equità di trattamento che se non soddisfatto crea rabbia e rancore. I reatini come italiani meritano come tutti ad avere gli stessi diritti come sancito nella nostra Costituzione art. 3 e godere pienamente come tutti dell’art. 32. Gli atti intrapresi da questa amministrazione invece sembrano essere indirizzati verso un’inesorabile linea di depotenziamento dell’ospedale di Rieti. La città sembra assente, il caldo di questi giorni fa sognare solo luoghi ameni e freschi, ma la paura di una seconda ondata della pandemia fa stare attenti molti cittadini e associazioni e a noi non sfugge che quello che è stato deciso in questi giorni, favorisce ovviamente, l’applicazione dei tre famosi decreti che declassano il Laboratorio Analisi, l’Immuno- Trasfusionale e l’Anatomia Patologica, i quali avranno come Hub il S Filippo Neri, nonostante i centri in questione svolgano attività quali-quantitative di livello superiore rispetto al S Filippo. Questa amministrazione sembra ignorare le 19.000 firme dei cittadini della provincia che attendono ancora risposte. Per tali motivi i cittadini che pagano le tasse hanno il diritto di conoscere quanto costerà questa operazione e fare le dovute riflessioni: chiamare un medico trasfusionista del S Filippo per una consulenza a distanza costa 100 euro a chiamata, moltiplicate per tutte le chiamate quanto costerà ? Quante ne occorreranno in un giorno o in un mese?; Se poi il medico coprirà un turno di 12 ore il costo sarà di oltre 700 euro; A parte i costi , meritevoli anche per altri aspetti come evitare sperperi del denaro pubblico, vogliamo sapere come è garantita la continuità assistenziale, e che qualità si può assicurare all’utenza con questa modalità di cura? Come sarà possibile, in questo modo (consulenze a distanza, turni di medici che cambiano continuamente) garantire tutte le altre attività ambulatoriali, di diagnostica ematologica, di monitorizzazione e trattamento dei pazienti cronici (salassoterapia – Centro Trombosi)? Il centro è stato per anni un centro di eccellenza e la sue attività hanno consentito una riduzione dei ricoveri di questi pazienti con vantaggi sia per loro stessi ( miglioramento della qualità di vita e di assistenza) sia per l’ospedale e un notevole risparmio di denaro pubblico per la riduzione dei costi di degenza. Inoltre, l’inevitabile trasferimento di alcune competenze al San Filippo comporterà un ulteriore inevitabile danno economico alla ASL di Rieti in quanto il plasma non potrà essere ricavato dalle donazioni, di conseguenza non potrà essere ceduto alle aziende in cambio dei farmaci emoderivati usati in terapia, che dovremo acquistare, con un’ evidente ulteriore perdita economica; Infine il trasferimento della lavorazione del sangue al S Filippo toglierà all’ospedale di Rieti la disponibilità in tempo reale delle sacche di sangue necessarie e degli emocomponenti che si utilizzano per le terapie che dovremo pagare al S Filippo, Avremo le stesse difficoltà che incontrano i pazienti residenti a Roma con conseguente verosimile disagio per gli stessi ed ulteriore mobilità passiva per attività che finora si svolgono presso il PO San Camillo de Lellis. I pazienti con “emofilia” attualmente trattati presso il centro trasfusionale, anche per le urgenze, non avranno più un riferimento locale e dovranno inevitabilmente rivolgersi al Centro di riferimento regionale con continui e disagevoli viaggi, Non saranno più immediatamente disponibili, per le necessità dell’ospedale e del territorio, le sacche di sangue raccolte dal centro trasfusionale con l’AVIS dai donatori reatini , in quanto una volta raccolte saranno inviate al S Filippo di Roma” dice Barina.
“Questa operazione , così come le altre messe in atto dal “commissario liquidatore” continuano a depauperare l’ospedale di Rieti, a renderlo sempre meno appetibile per i gli operatori altamente qualificati favorendo la loro “fuga” L’ultima, in ordine di tempo, quella del primario neurologo, un professionista stimatissimo dalla cittadinanza e dai colleghi, che lascerà anche lui il nostro ospedale. Concludendo una provincia come quella di Rieti viene di nuovo deprivata di eccellenze professionali stratificate negli anni con la fatica di operatori e cittadini” conclude Susanna Barina, coordinatrice di Italiaviva provincia di Rieti.
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