Dopo le inaugurazioni delle opere di Sbagliato e Neve, tenutesi sabato 11 luglio, presso il Museo Civico di Rieti la prima, nella frazione di Sant’Elia la seconda, TraMe-Tracce di Memoria, dell’Agenzia The Uncommon Factory, a cura di Annalisa Ferraro, sostenuto dalla Regione Lazio e dai Fondi FESR, consegnati alla città altri due lavori, realizzati dall’artista Ale Senso sulla facciata principale e sulle pareti laterali della Camera di Commercio.
Abituata a lavorare sulla rappresentazione antropomorfica delle emozioni umane, attratta da vicende intime e collettive che restituisce in chiave simbolica ed onirica, Ale Senso è stata accolta dai reatini, curiosi di scoprire dettagli, riferimenti e significati delle nuove opere di arte urbana.
L’artista è intervenuta sulla facciata della Camera di Commercio dopo aver esplorato il panorama culturale della città e dopo aver operato una sintesi tra i riferimenti storico-artistici del territorio e i reperti individuati nella Sezione Archeologica del Museo Civico. Un’anfora romana custodisce al suo interno una piccola anfora sabina, in un rapporto di dipendenza e di scambio intercorso tra le due culture, l’una, la prima, nata sulle spalle dell’altra, più antica e già solida. Immerse in un rigoglioso fogliame, allegoria dell’ancora autentico patrimonio naturalistico che avvolge il territorio reatino, prezioso per l’agricoltura e per il turismo, le due anfore, che ricordano i trasporti di beni alimentari, poggiano le loro basi su quel che sembra essere il ponte cittadino, un tempo principale via del commercio, ma che, come una ruota dentata, si fa, al tempo stesso, rappresentazione simbolica dell’industria, fulcro dell’attuale economia locale. Mani e braccia forti di lavoratori del luogo si fanno sostegno della storia e della cultura della città.
Sulle facciate laterali della Camera di Commercio, Ale Senso racconta una storia che dal passato giunge fino al nostro presente. Da un lato, un volto anziano evoca la storia industriale della città, i ricordi della comunità operaia prendono forma nella sagoma lontana del primo zuccherificio d’Italia. Nel cavallo furente si manifesta la forza della resistenza e la tempra di quei lavoratori che sanno di aver contribuito alla crescita della città. Dall’altro, un volto giovane guarda impavido verso il futuro, con all’orecchio un pendolo, infonde desiderio di conoscenza nel giovane con il capo chino sui libri, guidandolo nella ricerca di un equilibrio tra la conservazione delle tradizioni e l’impaziente spinta verso l’innovazione. Le figure del cavallo e dello studente vedono sfilare dinanzi a loro un gregge di pecore, che percorrendo una scena dopo l’altra, legano in maniera inscindibile il passato e il futuro, proprio come l’opera di Ale Senso, in grado di intrecciare la tradizione storico-artistica del territorio reatino, nelle figure ispirate alle opere di Antonino Calcagnadoro e Arduino Angelucci, ai nuovi linguaggi del contemporaneo attraverso riflessioni perfettamente calate nell’epoca attuale.
Foto: Gianluca VANNICELLI ©