“La pandemia sembra aver finalmente fatto capire a tutti che la sanità è un bene comune. I giorni più tristi dell’emergenza sanitaria, quando il silenzio irreale della città era rotto soltanto dal passaggio delle ambulanze, hanno dimostrato quanto siano state erronee le politiche degli ultimi venti anni basate sulla privatizzazione, sulla riduzione dei posti letto, sulla chiusura degli ospedali. In quei giorni tutti, anche i più scettici, hanno maturato l’idea che un modello privato basato sul profitto è un danno incalcolabile per la società. Più volte, ancor prima del Covid, abbiamo chiarito qual è il modello che desideriamo per la nostra provincia e per l’Italia intera: un modello che sia in grado di tutelare tutti i cittadini e tutte le cittadine, senza distinzione alcuna”. Lo scrive la Uil di Rieti e della Sabina romana sulla sua pagina Facebook.
“Adesso che l’emergenza è alle spalle, anche se il virus non è sconfitto, si stanno aprendo nuovi scenari – prosegue la nota – La Regione stanzia fondi per migliorare gli ospedali della nostra regione. Ci sono anche risorse per costruirne di nuovi. A Rieti, e non solo, ce ne sarà uno moderno, antisismico. Ma quanto ci vorrà per vedere realizzata questa opera? Le risorse economiche già sono state concesse. Ciò che temiamo è che il nuovo nosocomio si perda nelle lentezze che hanno contraddistinto il Paese in questi anni, temiamo che il progetto resti chiuso nei faldoni e negli archivi delle amministrazioni e nelle stanze ministeriali. Questo scenario non possiamo permettercelo. Chiediamo quindi alla politica impegni precisi e termini certi che possiamo riassumere in due parole: dove e quando“.
“Dove e quando – si legge nel post – potrebbe diventare lo slogan della città e dell’intera provincia. Noi della Uil riteniamo sia necessario un piano strategico e scadenzato, che indichi fase dopo fase la progettazione, i tempi di realizzazione del nuovo ospedale. Ad oggi sono passati 271 giorni dall’approvazione della delibera regionale di ratifica dell’Accordo di programma col ministero della salute che ha stanziato 76,5milioni di euro. Siamo in attesa di ricevere il via libera dal ministero per poi passare alla fase attuativa. Ma bisogna accelerare, perché il nostro è un territorio sismico e perché il De Lellis resta l’unica struttura sanitaria della città”.>“Se è vero che dopo il Covid nulla sarà più come prima – conclude il sindacato reatino – questo è il momento di dimostrarlo. Per la realizzazione del nuovo ospedale la Uil pensa a un modello come quello che ha permesso di ricostruire in poco tempo il ponte di Genova, con un commissario ad acta che si assuma responsabilità e lavori con decisione per dotare la città di una nuova struttura sanitaria efficiente e moderna”.
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