(ma.dio.) Le strade tra il Rieti e Alessandro Nuccilli si sono definitivamente separate. O almeno sembra. Le trattative per portare il club di patron Curci nelle mani del romano sono saltate pochi minuti fa. Alla base del dietrofront dell’impresario capitolo ci sono le parole del consigliere con delega allo sport, Roberto Donati (leggi), che una volta appresa la notizia della quasi chiusura dell’accordo tra le parti, ha chiesto chiarezza dopo le vicissitudini degli ultimi due anni.
DA ZERO – Con Nuccilli era tutto fatto e nei prossimi giorni ci sarebbe stata la firma sul contratto preliminare, preparato dal legale Schilirò nella serata dello scorso venerdì e che prevedeva un paletto chiaro e fondamentale: dal momento della firma, sarebbe scattato il versamento nelle casse del Rieti di 300mila euro. Una somma che sarebbe servita per iscrivere la squadra in Serie D (scadenza fissata per il 24 luglio) e pagare circa 80mila euro di stipendi (scadenza 16 luglio), per i giocatori che non hanno usufruito della cassa integrazione.
E ora? Arenata anche questa opzione per Riccardo Curci, ora non restano che due opzioni. La prima è quella di riprendere alcuni contatti che ci sono stati nelle settimane passate (Del Regno o Capriccioli), che avevano mostrato interesse nelle società ma solo a determinate condizioni. L’ultima opzione, che somiglia molto ad uno spettro, è quella di riconsegnare le chiave del Rieti calcio al sindaco e far ripartire il Rieti dai campionati regionali.
Opzione che l’imprenditore reatino ha sempre scartato – soprattutto per il suo grande amore verso i colori – ma che davanti a zero soluzioni dovrà per forza considerare. Se mai accadesse, il club amarantoceleste tornerebbe a giocare in una categoria inferiore (Eccellenza?) e all’orizzonte c’è il forte interesse della famiglia Fedeli, nella persona di Andrea Fedeli, figlio dell’ex patron della Sambenedettese e Rieti disposto a intavolare un progetto soltanto in quella categoria e con una società sana.
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