Il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti ricorda come siano ormai imminenti le assemblee territoriali del Consorzio agrario del Tirreno nelle quali i soci agricoltori verranno “solamente informati” in grandi linee, di un’operazione che andrà a modificare sostanzialmente le strutture consortili.
“Come già scritto in precedenti articoli – afferma Parenti– se è necessario riformare e rendere più efficienti i consorzi agrari, è anche necessario che eventuali soluzioni sappiano contemperare l’efficienza gestionale con le peculiarità proprie di tale sistema. Sto parlando del principio di mutualitá, di solidarietà, dell’appartenenza esclusiva dei consorzi al mondo agricolo anche come governance, del presidio, pure socialmente utile, del territorio da parte delle agenzie. Tutte cose messe in dubbio dal nuovo progetto presentato in fretta e furia in consiglio di amministrazione del Tirreno, il consorzio nel quale è confluito quello di Viterbo. Dubbi che, peraltro sorgono sulla totalità dell’operazione e generati, oltre che dal poco tempo e dalla scarsa documentazione messa a disposizione dei consiglieri, anche dalla struttura dell’operazione. Struttura che prevede una partnership dei Consorzi oggetto di fusione, con una società appartenente a BF spa, una holding quotata in borsa, il cui capitale appartiene, tra gli altri, alla Fondazione Cariplo, alla Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, al gruppo Gavio e a De Benedetti. Certo non è vietato dalla legge fare affari con il mondo della finanza, ma tutto ciò dimostra la delicatezza e la complessità di un progetto che non può essere deliberato quasi di nascosto e sulla fiducia. Per esempio la richiesta fatta da me e da altri consiglieri di Confagricoltura di rinviare di dieci giorni il consiglio per poter meglio studiare il progetto, è stata immediatamente bocciata”.
Conclude il Presidente Parenti: “di fronte quindi alla portata di questa operazione, che riguarda per ora cinque consorzi interregionali tra i quali il nostro Tirreno; di fronte ad un modo di procedere inaccettabile e ingiurioso nei confronti sia degli amministratori che dei soci di tali strutture, mi chiedo come mai i rappresentanti politici ed istituzionali, peraltro molti dei quali informati, non intervengano sulla questione, svolgendo quella funzione di controllo e tutela fondamentale per il mondo agricolo, che ha certo bisogno di crescere, ma ha bisogno di farlo in modo autonomo e libero e non sotto l’interessato comando di quello finanziario. Spero e auspico quindi un intervento del mondo politico istituzionale tale da mettere in luce le eventuali criticitá economiche, giuridiche e sociali di un’operazione condotta in maniera arrogante e non trasparente da chi dovrebbe rappresentare solo una parte del mondo agricolo e invece crede di esserne il padrone”.
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