In occasione dell’anniversario del referendum per l’acqua pubblica (12-13 giugno) e in vista della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità del prossimo 17 giugno, l’associazione Postribù torna a denunciare il “disastro ambientale tutt’ora in atto sulle sorgenti Le Capore e sul fiume Farfa, nonché quello che la Regione Lazio e il Comune di Roma stanno per procurare anche al Peschiera e al Velino, con la complicità di tutti quegli amministratori locali reatini che hanno sottoscritto la convenzione d’interferenza d’ambito tra Ato2-Roma e Ato3-Rieti accontentandosi dell’illusione di tenere basse le tariffe di APS S.p.a”. scrivono.
“Come è noto, a giugno 2019 l’Ing. Wanda D’Ercole (Direttore della Direzione Regionale Lavori Pubblici Stazione Unica Appalti, Risorse Idriche e Difesa del Suolo della Regione Lazio) ha rilasciato al Comune di Roma e ad Acea Ato2 S.p.a. una concessione di derivazione d’acqua dalle sorgenti Peschiera e Le Capore per un massimo di 15.500 l/s (13.500 l/s quella massima derivabile!), senza svolgere l’obbligatoria Valutazione di Impatto Ambientale ed in assenza delle indispensabili attività propedeutiche e di pianificazione della risorsa idrica: calcolo dei costi ambientali della risorsa, dei Bilanci idrici e del Deflusso Minimo Vitale dei fiumi, definizione delle Aree di Salvaguardia delle sorgenti, approvazione del Piano Regolatore Acquedotti, attuazione delle azioni previste dal Piano di Tutela delle Acque e delle Misure di conservazione delle aree protette interessate dai prelievi, attuazione della L.R. 5/2014 di “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Nulla di tutto ciò è stato fatto eppure, proprio in spregio all’esito referendario del 2011 e con l’avallo dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, si è avuto il coraggio di consentire ad una multinazionale quotata in borsa (165 milioni di euro di dividendi appena incassati dai soci) di proseguire un prelievo indiscriminato di acqua che provoca il quasi completo prosciugamento del fiume Farfa e l’aumento del rischio di dissesti idrogeologici, lasciando nel frattempo a secco interi centri abitati della Sabina. Un atto nullo, dunque, che non va nemmeno ad intervenire sul vergognoso spreco d’acqua che nell’Ato2-Roma si attesta al 44%, all’incirca la quantità di acqua prelevata dal Peschiera!” dice Postribù.
“Oltretutto, Acea Ato2 S.p.a. ed al Comune di Roma non stanno nemmeno rispettando le blande prescrizioni impartite nella concessione rilasciata ormai un anno fa e, nonostante ciò, invece di revocare la concessione stessa, la Regione Lazio permette addirittura di portare avanti i lavori per il raddoppio dell’acquedotto del Peschiera che consentirebbe di sottrarre altri 4 metri cubi al fiume Velino. Ritenendo superfluo ricordare quale disgrazia incalcolabile sarebbe per Rieti perdere uno dei simboli della sua identità e con la speranza che il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche e la Procura della Repubblica di Rieti ripristino al più presto la legalità, scongiurando l’aggravarsi di questo immane disastro ambientale, chiediamo a tutti gli amministratori locali lungimiranti e sensibili ai temi della sostenibilità di supportare l’associazione Postribù in questa battaglia che portiamo avanti da 15 anni e che, oggi, è giunta ad un momento cruciale per le sorti del nostro territorio. E’ possibile contattarci scrivendo a: [email protected]” dice Postribù.
Foto: Postribù ©