Nella giornata di ieri Area Rieti ha affisso uno striscione per ricordare che se la Boldrini ed i deputati del PD umiliano il loro ruolo inginocchiandosi in parlamento, imitando gli iconoclasti che in nome dell’antirazzismo buttano già le statue del passato, qualcuno rimane in piedi tra le rovine del mondo moderno. Quanto avvenuto negli U.S.A. è la testimonianza concreta del fallimento della società multi etnica governata dal liberal capitalismo, realtà in cui l’unico valore è l’egoismo individuale, dove popoli diversi sono costretti a vivere in città trasformate in inferno sociale, dove i popoli sono considerati alla stregua della merce; le differenze culturali ed etniche danno vita a scontri tra gang e polizia, in luoghi in cui l’unica regola è la violenza e la legge del più forte”: lo scrive Area Rieti.
“E gli ultras della globalizzazione di casa nostra, fautori dell’immigrazione incontrollata, profeti del mondo senza confini, invece di rendersi conto del degrado sociale che la coesistenza forzata di etnie differenti provoca anche in quelle nazioni che proprio sull’immigrazione sono fondate e che dopo vari secoli dovrebbero aver raggiunto un equilibrio, e nelle quali invece il razzismo continua ad essere uno delle principali criticità, non trovano di meglio che umiliare il proprio popolo. Il razzismo non è una colpa dell’uomo bianco, ma è la conseguenza di una società malata regolata solo dal profitto, priva di identità, costruita sulla logica del mercato e non su una civiltà comune. Noi non ci inginocchieremo perchè un poliziotto violento ha ucciso un criminale, non assumeremo su di noi le colpe di una società, quella americana, priva di valori, non lo faremo perchè non siamo responsabili di quel modello sociale, figlio del mondialismo e del liberismo. In questo momento drammatico per il nostro popolo noi rimaniamo in piedi tra le rovine della modernità, convinti che sia necessario affrontare la crisi a schiena dritta, denunciando i danni dell’ideologia liberal capitalista e costruendo un mondo differente, in cui la solidarietà comunitaria sia più importante del profitto economico” conclude Area.
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