(di Christian Diociaiuti) Serie A il 20 giugno, idem la B. E la C? Il vertice tra mondo del calcio e Ministro Spadafora (prima del Consiglio dei Ministri delle 19.30) ha dato il suo verdetto. Il calcio riparte nella seconda metà di giugno, meno di un mese, con l’antipasto della Coppa Italia il 13 e 17. Anche la cadetteria riprende il 20: il Frosinone di Dionisi e le altre squadre ripartiranno col campionato (e la lotta per la promozione in A in cui anche il cantaliciano è invischiato). Conta e riconta, però, è sempre la ‘miglior’ pecora che manca. Sulla Serie C, categoria che i reatini seguono per le sorti del Football Club Rieti, silenzio tombale, nonostante anche il presidente Ghirelli fosse collegato con Spadafora, Leghe, Aic e presidente Gravina. Sul Rieti abbiamo già disegnato uno scenario da diversi giorni (leggi). E quello rimane. Anche perché il Consiglio di Lega così ha deciso.
La C, e lo sappiamo, non gode della stessa forza di A e B. E già questo dovrebbe indurci a riflettere. La spaccatura è ampia: anzitutto sul SE ripartire. E poi sul COME. Nonostante il precedente Consiglio Federale qualcosa l’abbia detto (e c’è da considerare il no, secco, dei medici). Ma giocare le ultime giornate (nel girone C sono 8) di tutti e tre i gironi potrebbe non essere all’ordine del giorno. Così come non lo sarà uno stop totale. In vista ci sono il congelamento della classifica, promozione delle prime tre, playoff e playout e retrocessione delle ultime. Ma anche queste modalità (così come ogni altra ipotesi ventilata, sia chiaro) sono in preda alle polemiche. Inutile dire che il Rieti, fosse quest’ultima la strada, sarebbe nei guai: retrocesso in D senza appello, come preventivato nei giorni scorsi. Ci si aspettava qualcosa di più dal summit odierno, ma la C – con le sue spaccature – rinvia ancora. Ne beneficerà, appunto, chi vuol giocare un finale “ristretto”, espresso. E senza le “deboli”, di cui il Rieti è portabandiera. Il rinvio, adesso, è al prossimo consiglio federale (non è ufficiale, ma previsto per il 3 giugno). Il Rieti rimarrà, col terrore, alla finestra: che possa sprofondare in D senza potersi difendere è una cosa molto accreditata. A livello di ricorsi (perché ce ne saranno) più facile ascoltare le lamentele di tre retrocesse (a tavolino) che di altre decine di squadre, salvo non si “riformi” anche la modalità di giocare i playout (e pure su quello, sarà polemica).
E mentre a Roma calcio e Governo si stringevano la mano, a Rieti le cose all’ordine del giorno oggi puntavano su altro (con lo sguardo al summit capitolino). Secondo indiscrezioni, si tratta sul futuro del club, oggetto di un lungo vertice dentro lo Scopigno, tra telefonate e videocall. Protagonisti Riccardo Curci e il nuovo ad Carmine Del Regno (leggi), nuovo deus ex machina amarantoceleste, ma anche Pierluigi Di Santo. Immaginiamo (senza grande timore di smentita): si sono contati i debiti, si è parlato di vendita (con Del Regno, non si sa se da solo o supportato da qualche collega imprenditore, che pare pronto a prendersi tutto), si sono ascoltate le richieste dell’attuale patron, deciso a mollare tutto (ma alle sue condizioni). La situazione dipende molto anche da che fine farà questo Rieti e dunque dal valore del titolo che saprà offrire, se professionistico o dell’Interregionale. Nulla è deciso, tutto è confuso. Ma d’altronde, dopo una stagione folle, il finale come poteva essere?
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