(r.l.) Ha innescato un vespaio di polemiche la notizia riportata stamattina da RietiLife della denuncia di un 24enne reatino. Secondo un comunicato stampa della Questura, il giovane si è reso “responsabile dell’inosservanza del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione per le persone risultate positive al virus COVID-19” si legge nella nota (che trovate integralmente QUI). La notizia ha generato anche una serie di insulti e minacce alla nostra testata e alla Redazione, sia su bacheche personali che nei commenti alla news (filtrati, per quanto possibile): commenti più teneri hanno bollato come “fake news” il comunicato della Questura di Rieti, riportato integralmente dalla nostra testata.
Intanto a RietiLife ha scritto a metà pomeriggio Anna Rita Rufini, legale del 24enne reatino oggetto della denuncia della Questura Reatina. “Il comunicato stampa della Questura non riporta in modo compiuto la vicenda ed al fine di chiarire i fatti” dice Rufini. Per questo, l’avvocato precisa che “il mio assistito, attualmente negativo al covid-19, non è uscito con gli amici lo scorso sabato sera né si è recato in piazza, ma ha incontrato casualmente nelle vicinanze della propria abitazione tre amici, tutti muniti di mascherina e distanziati, nei paraggi della Panetteria La Mattera”.
Secondo l’avvocato, il 24enne “uscito per la prima volta da casa, aveva avuto, tramite il padre, alla fine di aprile, la comunicazione dal Servizio di Igiene e Profilassi della Asl competente che la quarantena del nucleo familiare era terminata a seguito della verifica della loro negatività. Infatti, il padre del mio assistito – specifica Rufini – dipendente Ares 1 18, si era positivizzato nello svolgimento del lavoro ed è rientrato in servizio da settimane”.
Poi il legale reatino, precisa che “solo a seguito della verifica di sabato sera è emerso che detto secondo referto, effettuato il 14 aprile 2020, non è stato rinvenuto presso il Dipartimento Asl competente il quale ha comunicato alla Questura di Rieti solo il risultato del primo tampone senza nessun altro accertamento”.
“A seguito di tali articoli – continua la precisazione del legale – il ragazzo è stato fatto oggetto di un vero e proprio linciaggio mediatico con messaggi infamanti e minacciosi su Facebook, per i quali provvederà a depositare denuncia-querela presso l’Autorità Competente a carico dei responsabili” e che c’è “necessità di approfondire e chiarire a mezzo idonea documentazione l’intera vicenda, al fine di tutelare e salvaguardare la privacy del ragazzo e garantire la riservatezza dovuta in materia di dati sensibili e personali, giuridicamente protetti dal nostro Ordinamento”.
RietiLife attende sviluppi della vicenda e anche una eventuale replica della Questura per fare luce su quanto accaduto.
Foto: RietiLife ©