(di Matteo Dionisi) Sono molto lontani i weekend allo stadio o semplicemente davanti alla tv, per tifare la propria squadra del cuore. Questi saranno giorni fondamentali per il futuro del calcio italiano: dalla Serie A fino alla C, nessuno escluso. I temi principali sono quelli legati alla ripartenza e venerdì si terrà il Consiglio Federale (leggi), che scioglierà i dubbi di tutte le società calcistiche. Lo stesso Consiglio prenderà in esame tutte le proposte che ci sono sul tavolo – specialmente quelle della C – e decreterà il destino di ogni campionato. Ma se da una parte c’è attesa, dall’altra invece come ha riportato SportItalia, c’è chi pensa ad una grande rivoluzione dei tre tornei professionistici.
PROPOSTA – Come ha lanciato quindi SportItalia nella giornata di ieri, si sta pensando ad una forte rivoluzione che darebbe una scossa a tutto il movimento calcistico. Si tratta di una riduzione dei club professionistici che passerebbero dai 100 attuali ai 60 con l’unico campionato che rimarrà invariato che sarà quello di Serie A. Questo grande sconvolgimento per tutto il panorama del calcio, non andrà a toccare il primo campionato d’Italia, bensì la Serie B e la C. La proposta è di portare la B, dalle attuali 20 squadre a 40, con due gironi. Venti squadre quindi già individuate ovvero quelle presenti nell’attuale stagione senza retrocessioni, le altre invece arriveranno dalla Serie C (Monza, Vicenza e Reggina più altre società da individuare con criteri ancora da stabilire). Una B così che diventerebbe molto più ricca – non solo a livello d’ingresso di società – e che con i due gironi che si ipotizzano, diventerebbe un campionato molto simile al basket, che è suddiviso con i gironi Est e Ovest.
LA SERIE C – Il terzo campionato d’Italia che comprende 60 società, che fine farà? La riposta sarà stata scioccante per tutti i membri dello stesso torneo: non sarà più professionistico. Decisamente un fulmine al ciel sereno per tutti i presidenti che in questa stagione – ma come nelle precedenti – hanno investito risorse importanti, perché è giusto ricordare che i proprietari delle squadre, sono imprenditori che molte volte attingano nelle casse delle loro attività private per mandare avanti il campionato. E anche qui la proposta è come per la Serie B. 40 società restati dalla Serie C attuale insieme alle vincitrici dei gironi di Serie D più altre che saranno individuate con appositi criteri. In questo caso quindi il Rieti, dopo la grande promozione dalla D alla C, la storica salvezza con Capuano un anno fa’, vedrebbe tutti i suoi forzi sfumare nell’aria e soprattutto valsi a nulla.
“FAKE NEWS” – La risposta del primo dirigente della LegaPro però non si è fatta attendere. Il Presidente Francesco Ghirelli, dopo aver letto cosa bolle in pentola – specialmente per la C – ha voluto rispondere a chi sta pensa a questa rivoluzione, definendo le notizie trapelato “fake news“: “Girano fake news da un po’ di ore su una presunta riforma della Serie C: si dice B1 e B2 e poi dilettantismo. Essendo una persona per bene, rispondo in modo civile. Nessuna idea più fantasiosa poteva essere partorita. Non esiste semplicemente. Senza il volere e la decisione dei sessanta presidenti di Serie C non si va da nessuna parte”. Per concludere: “La Serie C non si fa invadere da predatori dell’Arca Perduta spalleggiati da qualche ‘cavallo di Troia’ infiltrato tra di noi e disperato per il fallimento del suo progetto economico-finanziario che si gioca tutto puntando come al gioco della roulette su un solo numero. Troppo scoperto il gioco per mostrare subito la sua caducità totale. Noi faremo le riforme in accordo con il presidente federale Gabriele Gravina, mostrando il meglio di chi ragiona a sistema”.
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