“Medici ed infermieri abbandonati, infermeria distrutta e non riparata, tamponi eseguiti con colpevole lentezza, mascherine consegnate in ritardo. Sono alcune delle mancanze della Direzione Generale dell’Asl di Rieti nei confronti degli operatori che prestano assistenza all’interno della struttura sanitaria del carcere di Rieti. Per questo motivo abbiamo presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta, Nicola Zingaretti, e all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, per sapere i motivi dell’incomprensibile atteggiamento della Direzione dell’Asl di Rieti che, dopo l’assalto e il danneggiamento subito nella rivolta del 9 marzo nel carcere di Rieti, non ha ancora ripristinato la piena funzionalità dell’infermeria dell’Istituto. Non solo. Da alcune testimonianze, sembra che il personale sanitario abbia ricevuto in dotazione la mascherina soltanto il 7 aprile, avrebbe eseguito i tamponi soltanto il 31 marzo ed i risultati sarebbero arrivati il 2 aprile”: lo scrivono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo.
“Dall’emergenza causata dalla rivolta, le cui conseguenze potevano essere peggiori senza l’azione di medici e infermieri, non ci sarebbero stati né interventi per garantire maggiore sicurezza per chi lavora in ambito sanitario né attenzione alle istanze. Per settimane medici e infermieri sarebbero stati costretti ad agire in luoghi malsani, con ambienti devastati dagli incendi appiccati durante la rivolta e con gran parte della strumentazione distrutta.
Forte preoccupazione, inoltre, c’è per l’eventualità in cui si verifichi un cluster infettivo all’interno della struttura carceraria reatina. Potrebbero esserci, infatti, serie conseguenze relativamente alla gestione dell’isolamento e della divisione tra pazienti positivi e negativi con i rischi conseguenti. Ma non finisce qui. Gli infermieri che prestano servizio nell’Istituto penitenziario reatino sono sotto organico (attualmente ce ne sono 9 anziché 12). Inoltre, la Direzione della Asl non ha ancora provveduto ad inserire il turno per un infermiere durante la notte, con la conseguenza che nelle ore notturne il medico di turno è costretto a prestare servizio da solo, con tutti i rischi che ne conseguono. Alla totale assenza delle misure di prevenzione e misurazione per i detenuti ed il personale sanitario, si aggiunge il completo disinteresse e assenza di controlli per gli agenti di polizia penitenziaria. Giova ricordare che quest’ultimi, nella maggior parte dei casi, non risiedono nella provincia di Rieti e, nei fine settimana (o comunque nei giorni di riposo), rientrano dai propri familiari, spesso situati addirittura fuori regione. Con il rischio concreto di agevolare la diffusione del virus. Ci aspettiamo un intervento urgente e risolutivo della Asl di Rieti. Gli operatori sanitari non possono essere lasciati soli. Già cinque di loro hanno pagato questa negligenza ed hanno contratto il virus Covid-19″ concludono Ghera e Colosimo.
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