“Confartigianato Imprese Rieti chiede la riapertura immediata dei negozi di fiori e piante. E lo fa in maniera ufficiale inviando una nota al Prefetto di Rieti, dove chiede un’indicazione al fine di fugare l’incertezza interpretativa che si è venuta a creare sulle norme di sospensione dell’attività di vendita al dettaglio di piante e fiori (codice Ateco 47.76.10)” lo scrive Confartigianato.
“Il DPCM dell’11/03/2020 ha sospeso tutte le attività non rientranti negli elenchi allegati 1 e 2, e il commercio in oggetto non vi è compreso così come non è stato inserito tra i codici Ateco del testo del DPCM del 26 aprile scorso; il Governo ha però diffuso tramite il sito internet, una risposta a un quesito ove viene specificato che il commercio in questione è consentito in quanto l’art.1, c.1, lettera f) del DPCM del 22 marzo 2020, ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”, consentendo quindi anche la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Dal tenore letterale della risposta al quesito, erano rimasti dubbi interpretativi e quindi se fosse consentita solo la commercializzazione al dettaglio presso imprese con codice ATECO 01 (tipicamente i vivai), oppure anche presso imprese commerciali con codice 47.76.10. Le dichiarazioni pubbliche del Ministro Bellanova, non formalizzate però in atto normativo, indicano come corretta la seconda interpretazione” scrive Confartigianato.
“Come Confartigianato Imprese Rieti riteniamo fondata la seconda interpretazione e ne abbiamo chiesto conferma alla Prefettura, al fine di dare comunicazione alla categoria dei fioristi per una riapertura immediata delle attività chiuse dall’11 marzo scorso, anche in considerazione del fatto che nelle limitrofe province di Terni e Viterbo le Prefetture competenti hanno dato riscontro positivo alla nostra tesi” dicono.
“Il un momento di grande tristezza – dice il Direttore di Confartigianato Imprese Rieti, Maurizio Aluffi – regalare un fiore diventa un segnale di speranza per le prossime settimane. Non è pensabile che tra errori, dimenticanze, ecc. si penalizzino attività che possono garantire livelli di sicurezza adeguati al Protocollo del 24 aprile 2020”.
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