Col Dpcm 26 aprile è stata “decretata la condanna a morte di migliaia di imprese! Rischio di crisi sociale”. Così il Presidente di Confcommercio Lazio Nord e Consigliere Nazionale Confcommercio Leonardo Tosti, che commenta durissimo: “Nel discorso di Conte, nessuna certezza, sugli aiuti economici, nessuna visione complessiva sulla gravità dello “tsunami” che si sta abbattendo sul sistema delle imprese e più in generale sulla nostra società, e ancora tanta confusione”.
“Solo autocelebrazioni su recovery found, ringraziamenti a pioggia ai vari comitati e task force, conditi degli ormai consueti aggettivi a partire dall’ormai irrinunciabile “poderosa”, ma stavolta con un inquietante “non consentiremo”; un errore di comunicazione oppure un inizio di deriva autoritaristica in nome di una presunta conoscenza a noi non nota di estrema gravità sanitaria?”.
“La realtà è che i dipendenti aspettano ancora la cassa integrazione, la “poderosa liquidità” stenta a decollare, l’assegno di 600 euro è meno di una mancetta e di indennizzi, contributi a fondo perduto e moratoria su tasse e tributi neanche l’ombra. La tanta annunciata e auspicata ‘fase due’ è diventata al massimo ‘fase 1 e mezzo’, con timidissime aperture e interi comparti strategici lasciati nella più completa incertezza”.
E ancora, continua Tosti: “Sui bar, ristoranti, pizzerie, catering, intrattenimento, solo una data ipotizzata, sugli stabilimenti balneari solo un timido accenno, interi comparti neanche nominati tra cui gli ambulanti, tutto ciò produrrà solo per i pubblici esercizi altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi. Nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento Moriranno oltre 50.000 imprese e 350.000 persone perderanno il loro posto di lavoro. Tutto questo a dispetto sia del buon senso che della classificazione di rischio appena effettuata dall’Inail che indica i Pubblici Esercizi come attività a basso rischio e nonostante la categoria abbia messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza. Le aziende con un prevedibile, anzi certo, calo del fatturato oltre il 50% minimo, saranno costrette solo a fallire”.
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