Riceviamo e pubblichiamo la nota di Psi e Rieti Città Futura
E’ ormai evidente come la tragica circostanza della pandemia ancora in atto, per il numero di vittime che ha provocato, per la diffusione universale che ha registrato, per l’assenza di antidoto su cui, ad oggi, può contare, per le conseguenze socio-economiche che si appresta a determinare, assume una dimensione epocale.E’ difficile dire se tutto ciò si tradurrà in una rivoluzione etica, certamente sul piano economico-sociale molto cambierà.Davanti ad un quadro di tale portata, lo strumento della politica risulta profondamente interpellato, sospinto a prefigurare scenari futuri e ad assumere a livello massimo il senso di responsabilità. Naturalmente a questa dinamica non può sfuggire la dimensione locale, con la nostra realtà in profondo pericolo.Per la nostra Rieti, gli effetti della situazione in essere potrebbero produrre danni ingenti ed imprevedibili. Il nostro giudizio sull’operato dell’attuale Amministrazione Comunale resta profondamente e radicalmente critico, se non altro per non essere riuscita neanche a sfiorare, alla vigilia dei tre anni dal proprio insediamento, nessuno dei temi sostanziali che reclamavano interventi. Tuttavia, l’imprevista situazione attuale sposta l’obiettivo su un altro livello, per il quale il richiamato senso di responsabilità sollecita sforzi unitari.Con alle porte la graduale ripartenza, al fianco dell’ordinaria amministrazione, si imporranno i temi intrecciati della gestione di nuovi stili di vita, con quelli della gestione delle accresciute emergenze sociali insieme alla progettazione di strumenti per il rilancio economico. Non è possibile neanche escludere che, a fronte dell’enorme eccezionalità della situazione, venga ad imporsi l’esigenza di misure eccezionali.Tutto ciò, evidentemente, presuppone i termini del massimo coinvolgimento e l’assunzione della cultura dell’inclusività, naturalmente corrispondendo al senso di una responsabile disponibilità. Nella cosiddetta “fase due”, riteniamo fondamentale ancor più di prima che la politica si apra alla città, in un processo di coinvolgimento partecipativo, collaborativo e progettuale da un lato in grado di rafforzare il senso di comunità, in straordinari periodi di sofferenza radicalmente richiesto, d’altra parte in grado di plasmare le soluzioni più armoniche e condivise in vista della profonda difficoltà del periodo entrante.Allo stesso tempo riteniamo doversi rafforzare il dialogo con le forze sociali e quello “interistituzionale”, a partire dal coinvolgimento delle nostre rappresentanze territoriali nella Regione Lazio e nel Parlamento e soprattutto tra soggetti dal significativo peso economico come, ad esempio, la Fondazione Varrone, e dall’insostituibile autorevolezza morale come la Diocesi, soggetti non a caso autori di sforzi significativi già declinati nell’attuale emergenza.In relazione infine alla sfera più propriamente politico-istituzionale riteniamo che l’impianto prossimo dell’Amministrazione Comunale possa tradursi in un edificio a due piani, con il piano terra dell’ordinaria amministrazione, caratterizzata dalla normale dialettica antagonistica fin qui declinata, e con un piano rialzato, in cui si predisponga un “comitato permanente per la ripresa”, dove affrontare con la collaborazione di tutte le forze politiche consiliari e con il coinvolgimento come auspicato, sul piano concreto, emergenziale, e su quello elaborativo, progettuale, i capitoli suesposti che si imporranno, in conseguenza della frattura epocale, nell’immediato futuro.Manifestiamo, in tal senso, la nostra piena disponibilità, nella consapevolezza che da un simile strumento, oltre all’individuazione di adeguate misure per fronteggiare le montanti sofferenze, possano emergere spunti importanti per individuare nel nostro territorio potenzialità maggiori rispetto ad altre realtà, in rapporto al nuovo ordine scaturito dal “dopo crisi”.
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