“Sono oltre 1200 le domande partite dal nostro territorio per attivare la cassa integrazione in deroga, l’ammortizzatore sociale previsto dal decreto Cura Italia per fronteggiare le ricadute economiche del lockdown sui lavoratori e sulle lavoratrici del nostro territorio”. A scattare l’istantanea è la Uil di Rieti e della Sabina Romana, che ha elaborato i dai aggiornati al 20 Aprile.
“Molti gli uomini e le donne rimaste senza reddito da un giorno all’altro a causa dell’emergenza sanitaria da nuovo coronavirus e della conseguente nonché necessaria chiusura di tante aziende per tutelare la salute dei lavoratori e contenere la diffusione del covid-19 – dice Alberto Paolucci, Segretario della Uil di Rieti e della Sabina Romana – Sono numeri in costante aggiornamento e destinati a crescere, considerando le richieste degli altri ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione ordinaria, straordinaria, i fondi di integrazione salariale, quelli di solidarietà e i fondi bilaterali”.
“L’accordo quadro siglato recentemente tra Regione Lazio e sindacati – prosegue l’esponente Uil – ha previsto l’accesso alla cassa in deroga a figure professionali prima ai margini del mercato del lavoro come operai agricoli precari, quello della pesca, del terzo settore, i dipendenti di studi professionali, i dipendenti di micro aziende artigiane, i lavoratori a tempo determinato e intermittente. Ciò ha prodotto in tutto il territorio regionale oltre sessantamila domande di cassa integrazione in deroga, più 34milioni di ore dichiarate, oltre 150mila lavoratori interessati. Ad oggi le domande autorizzate sono 31mila, interessano 77mila lavoratori e lavoratrici e sono quasi 18milioni le ore autorizzate. Le fasce di età più interessate sono quelle dai 26 ai 35 anni e dai 36 ai 45 anni”.
“E’ evidente che bisogna sveltire il passo – aggiunge l’esponente Uil – erogando a tutti e nel più breve tempo possibile il reddito previsto dai decreti. Sono giorni difficili, tutti hanno il diritto di viverli il più serenamente possibile, senza la preoccupazione di non potersi permettere il necessario per sopravvivere”.
“E’ chiaro – conclude l’esponente Uil – che il panorama attuale pone le istituzioni e le forze sociali davanti a una nuova sfida, davanti a scelte strategiche. Perché quando si ripartirà, quando questa emergenza sarà alle spalle, quando i rischi per la salute saranno abbattuti, bisognerà studiare una volta per tutte la ricetta migliore per far rinascere il nostro territorio, offrendo occupazione stabile e di qualità all’interno di un progetto complessivo, che guardi ovviamente al futuro non al passato”.
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