Foto: Gianluca VANNICELLI © Alcim, via del Campo Boario, Contigliano
(di Christian Diociaiuti – inviato a Contigliano) Ecco il lavoro che si fa all’Alcim, la casa di riposo di Contigliano che, insieme al Santa Lucia, è un Covid Hospital da quasi un mese. RietiLife è andata a Contigliano e ha incontrato chi, dalla sera del 29 marzo, si batte contro il coronavirus tra quelle mura, casa per tante donne e tanti uomini. Luogo di lavoro per altri. Lottano serrando i ranghi, a denti stretti: tute bianche, medicine, professionalità e un pizzico di incoscienza. Queste le loro armi. Uomini e donne della sanità, medici e infermieri, professionisti che h24, 7 giorni su sette, stanno vicino a chi è fragile, agli anziani (una sessantina attualmente all’Alcim) che hanno contratto il virus e con cui si misurano da quasi un mese, spesso uscendone vittoriosi. Alcuni pazienti il virus se li è portati via, lasciando nel dolore la struttura e tutta Contigliano, paese che nelle scorse ore ha salutato – senza un vero rito funebre ma una breve benedizione come impongono le norme – Carla Grossi, 69enne malata di coronavirus (e che non rientra nella casistica legata alle case di cura), morta dopo diverse settimane d’ospedale, tra Terapia Intensiva e Reparto Covid. Per Carla il paese è in lutto, stretto alla famiglia, marito, figli, nipoti.
TAMPONI – Stamattina, proprio mentre RietiLife realizzava il suo reportage, è arrivata una squadra Asl per i tamponi di controllo agli ospiti Alcim. Inizia così la fase in cui si capirà chi si sta negativizzando dal virus, a quasi un mese dall’inizio dell’emergenza dentro la struttura. Tamponi di “controllo” chiesti a gran voce dai familiari dei pazienti e che sono stati fatti oggi. Sottoposti anche gli operatori (quelli subentrati nella gestione del Covid Hospital, gli altri o sono a casa o sono stati curati a Casal Palocco).
VIGILI – “Entro la mattina le sette e mi ritrovo il più delle volte ad andarmene a mezzanotte, l’una – racconta Cosimo Boccia della Heart Life Croce Amica, l’azienda che con Asl (e dunque Regione, Comune e “proprietà”) gestisce la situazione all’Alcim con personale, mezzi e strutture – vero, abbiamo paura. Ma la paura alza i livelli di attenzione. E noi dobbiamo essere attenti, lo siamo. Per noi e per i pazienti, la media età è circa 80 anni. Qui da un momento all’altro, a qualsiasi ora, un paziente può andare in scompenso”. Medici e infermieri devono essere reattivi per salvare la fragile vita degli ospiti dell’Alcim. La zona Alcim è stata divisa in zona verde (decontaminata e accessibile a fornitori, ad esempio, senza particolari restrizioni), zona gialla – per operatori in ingresso – e zona rossa, dove si trovano gli anziani positivi. Ci sono due tende della Protezione Civile (una di coordinamento e una di “relax” per gli operatori, in zona verde); altre due tende “calde”: una per la vestizione degli operatori in entrata e una per la svestizione “con quattro livelli di decontaminazione” spiega Boccia.
LUNGIMIRANZA – Il coronavirus è così: può non dare sintomi (nella maggior parte dei casi), può darne pochi oppure può stravolgere le condizioni di un paziente con rapidità. “Ora ci sono 59 pazienti – spiega il dottor Livio Bernardini, in primissima linea dal primo giorno di istituzione del Covid Hospital e che dalla ‘sua’ Geriatria al De Lellis in cui è primario, si è trasferito ‘al fronte’ per curare gli ospiti dell’Alcim (e coloro che da Rieti e Greccio sono stati portati nella grande struttura di via del Campo Boario) – è stata lungimirante l’idea del dg D’Innocenzo di trasformare l’Alcim in un Covid Hospital” riflette il medico reatino dalla grandissima esperienza nelle patologie degli anziani e oggi chiamato a fronteggiare non solo gli acciacchi e le fisiologiche sfide che un uomo e una donna corrono andando avanti con l’età, ma è chiamato pure a sfidare la forza di un virus che se la prende con chi è già debole, indifeso.
“ETÀ MEDIA ALTA E LABORATORIO COVID” – A RietiLife ha parlato anche Anna Petti, Direttore Amministrativo della Asl di Rieti: “Sono diversi i discorsi fatti per Contigliano, Santa Lucia e le case di riposo del territorio – spiega Petti, una delle più alte cariche della sanità reatina assieme al dg D’Innocenzo e al direttore sanitario Gennaro D’Agostino, parlando di quanto fatto da Asl in questa emergenza per i più fragili – i numeri del contagio (378 positivi attuali, 30 morti e 18 guariti, ndr)? Non è strettamente la mia materia, ma posso dire che incide molto l’età media alta del territorio“. E poi una buona notizia: dopo la levata di scudi per l’istituzione di un laboratorio Covid anche a Rieti, Petti annuncia che “si sta lavorando in quel senso” affinché, cioè, siano analizzati a Rieti i test sierologici per verificare la positività al coronavirus. In parte l’annuncio era arrivato anche dal sindaco Cicchetti su RietiLife Tv.
ESEMPIO – Il sindaco Paolo Lancia è in prima linea dal giorno degli iniziali casi non legati alle case di riposo fino alla maxi emergenza con 130 positivi tra Alcim, case di riposo, operatori e, appunto, cluster indipendenti (un numero esiguo, due nuclei familiari colpiti). Oggi tira un sospiro, pensa – come tutti e in tutti gli ambiti – alla fase due e dice grazie a “Regione e Asl per esserci state vicine. Non posso che elogiare la loro disponibilità per Alcim e Contigliano. Sì, questo è stato esempio di collaborazione tra realtà diverse come Rieti e Greccio. Saranno i responsabili della struttura decidere il dopo. L’Alcim, come Contigliano, sono sinonimo di solidarietà, di accoglienza. In questa struttura c’erano prima gli orfani, poi sono arrivati i malati psichici e solo dopo gli anziani. Un grande esempio di inclusione, solidarietà. Non ci si salva da soli“.
In serata RietiLife proporrà ai suoi lettori e spettatori un reportage video dall’Alcim con le interviste integrali al direttore amministrativo Asl, Anna Petti, al dottor Livio Bernardini (primario di Geriatria e coordinatore del Covid Hospital Alcim), a Cosimo Boccia (infermiere coordinatore della struttura covid di Contigliano) e Paolo Lancia (sindaco di Contigliano). Il reportage video è a firma di Christian Diociaiuti, Luciano Mancini e Gianluca Vannicelli.