La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali determina un pesante danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità. È colpita dal lockdown la vendita diretta della pasticceria artigianale – a vantaggio dei prodotti venduti attraverso il canale della distribuzione commerciale – coinvolgendo oltre 24 mila imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 74 mila addetti, un settore caratterizzato da un’elevata vocazione artigianale, con oltre 17 mila imprese artigiane che si stima rappresenti il 70,0% del comparto.
L’incrocio dei dati strutturali di fatturato per addetto del settore, dell’occupazione del settore e della distribuzione delle vendite mensili rilevata dalle imprese del sistema Confartigianato, consente di stimare in 540 milioni di euro la perdita di fatturato nel mese di aprile, concentrato nelle mancate vendite dei dolci legati alla ricorrenza di Pasqua. Ai mancati ricavi si aggiunge la perdita, valutabile in 112 milioni di euro, determinato dal deperimento di parte delle materie prime acquistate prima del lockdown in previsione della produzione per il periodo pasquale e dal parziale utilizzo legato all’imprevista chiusura resa necessaria per limitare i contagi da Covid-19. Con la somma dei due effetti si scarica sulle 24 mila imprese della pasticceria italiana un danno economico di 652 milioni di euro.
A livello regionale il più alto danno economico per il mese di aprile si registra in Lombardia dove ammonta a 106 milioni di euro, seguono il Veneto con 69 milioni di euro e subito dopo il Lazio con 63 milioni di euro.
Nella regione Lazio sono 2.330 le imprese che operano nel settore, con 6.193 addetti. Il 52.9% sono imprese artigiane. Nella nostra provincia le pasticcerie e in generale le attività artigianali dell’alimentazione sono 177. Tra imprese artigianali e micro, piccole imprese, nella provincia reatina sono 515 gli addetti occupati nel comparto, il 66% dei quali sono impiegati in imprese artigiane.
Quest’anno le botteghe dei pasticceri sono quindi chiuse e la Pasqua degli italiani si celebrerà tra le mura di casa. Una circostanza che ha spinto Confartigianato a invocare un intervento del Governo per non perdere, solo nel Lazio, 63 milioni di euro. Tanto è il danno complessivo per il mese di aprile 2020 per chiusura non preventivata (per mancato fatturato nella ricorrenza pasquale, 53 milioni).
Gli artigiani del dolce di Confartigianato Imprese Rieti, senza la possibilità di vendere colombe e uova di cioccolata se non, in maniera marginale, su ordinazione e con consegna a domicilio, si sentono discriminati rispetto ai negozi di altri generi alimentari che possono continuare l’attività. Quest’anno i simboli della Pasqua per eccellenza lasceranno il posto, nella gran parte dei casi, a dolci confezionati della grande distribuzione.
Per Achille Fiori, membro del Consiglio direttivo di Confartigianato Alimentazione “si tratta di un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e ai supermercati, ai quali è permessa la commercializzazione diretta di prodotti dolciari. Siamo i primi a rispettare le regole – ribadisce Achille Fiori – ma non accettiamo una palese e assurda penalizzazione delle nostre produzioni che colpisce le nostre aziende e nega la libertà di scelta ai consumatori”.
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