Confermare la chiusura totale e i divieti di spostamento per altre due settimane, anche se con alcune deroghe, comunque minime, per le aziende. È questa l’ipotesi alla quale sta lavorando il governo in vista del 3 aprile, quando scadrà il decreto firmato il 22 marzo dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per tornare a una vita normale ci vorrà tempo e a maggio si potrà capire quando l’Italia potrà dichiarare terminata l’emergenza come sottolineato da Silvio Brusaferro e Franco Locatelli rispettivamente presidenti dell’Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di Sanità: “L’epidemia ha rallentato il suo cammino, ma non è opportuno interrompere le misure di contenimento”. Dal punto di vista matematico sarà possibile ritenere di averla avuta vinta contro il coronavirus solo quando l’indice
di contagiosità sarà inferiore a uno.
Quindi si dovrà arrivare al momento in cui per ogni individuo infetto ci sarà meno di un nuovo contagiato. La strada è lunga e ancora in salita per questo è fondamentale rispettare le regole. Il 3 aprile quindi sarà firmato un nuovo Dpcm che, ad oggi, confermerà le misure attualmente in vigore fino al 18 aprile anche se valutando alcune deroghe che possano far tenere l’economia del Paese attraverso un confronto con imprenditori e sindacati valutando se alcuni settori produttivi, sempre rispettando il pieno rigore delle regole e utilizzando lo smart working, possano cominciare a ripartire.
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