Primo caso accertato di contagio da Coronavirus all’interno di un centro distribuzione di Amazon in Italia. È accaduto nelle ore scorse presso lo stabilimento FCO1 di Passo Corese, in provincia di Rieti, dove operano circa 1500 persone.
Secondo quanto apprende l’Agi, la persona risultata positiva al test Covid-19 è legata al cluster della zona rossa di Nerola, borgo non molto distante dal centro distribuzione Amazon di Passo Corese, da tre giorni in isolamento totale a seguito dell`emergenza esplosa all’interno della casa di riposo “Maria Immacolata”.
La notizia del caso accertato di positività da Coronavirus per un dipendente del centro Amazon di Passo Corese è stata confermata nella notte anche dalla rappresentanza sindacale della Filt-Cgil nella struttura, che in una nota ha dichiarato: “A seguito della nostra richiesta, ci è stato confermato il caso di un dipendente dello stabilimento FCO1 risultato positivo al test di CoviD-19. Il dipendente è stato per l’ultima volta nella struttura il 22 marzo scorso. L’azienda sta verificando con chi il dipendente in questione è entrato in contatto ravvicinato quando si trovava in magazzino – hanno proseguito dalla Filt-Cgil – al fine di avvisare tutte le persone potenzialmente coinvolte, e suggerire loro di contattare il 112 o il numero verde 1500 del Ministero della Salute, per precauzione. L’azienda ci ha informato che in ogni caso le persone che fossero entrate in contatto ravvicinato con il dipendente risultato positivo, saranno immediatamente poste in permesso retribuito. Anche se contenti dell’immediata risposta da parte dell’azienda – hanno spiegato ancora le rappresentanze della Filt-Cgil – lunedì 30 in sede di Comitato verificheremo che siano state prese le giuste precauzioni, sia a livello di bonifica sia a livello di individuazione dei contatti potenzialmente coinvolti. In quella stessa sede ribadiremo la richiesta di interrompere gli spostamenti tra dipartimenti, al fine di poter meglio risalire agli spostamenti tra i lavoratori”.
Già nei giorni scorsi, all’interno della struttura situata in provincia di Rieti, al pari degli altri centri distribuzione di Amazon in Italia, c’erano state numerose agitazioni del personale per via di quelli che le rappresentanze sindacali interne avevano giudicato “scarsi adempimenti”, in termini di sicurezza, presi dal colosso americano del commercio online per far fronte all’emergenza Coronavirus. Accuse alle quali l’azienda statunitense ha immediatamente risposto con una rimodulazione totale degli spazi interni, delle distanze di sicurezza tra i dipendenti, e delle aree comuni come mense ecc.., chiuse fino a data da destinarsi.
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