Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione da parte di una nostra lettrice: “Colgo la possibilità che da’ un sito serio e così vicino al cittadino come il vostro, per esprimere il mio dissenso in quello che stamattina ho visto facendo la spesa in un supermercato della città. Il nostro Governo ci ha imposto le giuste restrizioni, ci dice di stare ad un metro di distanza, indossare mascherine, uscire in caso di necessità con le dovute autodichiarazioni: in sostanza ci sta chiedendo di avere quel senso civico che spesso dimentichiamo di avere”.
Poi ha continuato: “Sono una donna di 35 anni, non ho vissuto guerre o situazioni tragiche come questa che sta vivendo il nostro paese; però io, e come me (per fortuna) altre persone coscienti, sappiamo da sempre quanto avere un comportamento responsabile sia necessario per non recare danno a noi stessi e agli altri. Eppure lo scenario che ho visto stamattina, infonde in me tanto stupore e rabbia. Sono arrabbiata si, perché al di là della poca accortezza in quelle persone che non rispettano nemmeno le dovute distanze, come se non vedessero o non avessero capito cosa ci sta accadendo, c’è una mancanza di coscienza anche da parte di chi certe misure di protezione dovrebbe farne regola. Trovo inverosimile nella nostra circostanza fare una breve fila per infilare un paio di guanti con tanto di persona preposta e poi trovare il negozio affollato”.
Poi per concludere ha aggiunto: “Non ho visto nessuno dire di entrare un po alla volta. Chi riempie carrelli e chi sembra passare tempo in un tipico venerdì mattina, tipica scena di gente che fa la spesa, come se nulla fosse. Allora mi chiedo, che senso hanno le bande di delimitazione alla cassa se nelle corsie del negozio ci si scontra e non c’è nemmeno lo spazio per mettersi alle opportune distanze? Senza contare che il personale dipendente è visibilmente stremato e preoccupato. Io non vedo le persone che amo da quasi un mese, ho un matrimonio imminente ormai da annullare, progetti rimandati, una partita iva da mandare avanti. E mi indigno, perché fuori c’è ancora troppa leggerezza, troppa poca consapevolezza. Non so voi, io voglio tornare alla mia vita, alla mia famiglia”.
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