(ch.di.) L’emergenza coronavirus sta fermando l’Italia dal 9 marzo. All’undicesimo giorno di quarantena, però, non siamo ancora nel pieno del periodo che ci potrà dire se le misure prese dal governo nella prima decina di marzo, siano efficienti. Certo è, che qualche falla ancora c’è, anche a sentire chi non conosce al meglio il nostro Paese ma l’emergenza se l’è ritrovata in casa già qualche mese fa. I cinesi. “Troppa gente ancora in giro, fermate tutto” hanno detto i medici arrivati dall’Oriente per aiutarci e portare il loro know-how nella gestione dell’emergenza.
Così il Governo – pur nel tormento di Conte che teme per la tenuta sociale di un mese di quarantena, con tutti i rischi che ne conseguono, i reati domestici su tutti – sta pensando a norme più restrittive per contenere il contagio. E per contenere i morti, che ieri hanno superato in valore assoluto, quelli cinesi. Innanzitutto cosa tenere aperto: si va verso un’ulteriore chiusura di servizi meno essenziali. Da capire quali tra quelli rimasti. E ancora: gli orari. Di fatto nel Lazio – con un’ordinanza – è stata sancita la chiusura alle 19 di supermercati e altre attività (escluse le farmacie). Conte potrebbe estendere il provvedimento a tutta Italia. Riduzione oraria nei feriali e chiusure (o limitazioni più stringenti) nel fine settimana.
E ancora: sport e passeggiata. Anche qui si valuta cosa fare. Per ora sono ammessi (leggi) ma non con poche polemiche. Anche perché sono utilizzati da molti per fare assembramento e non rispettare le regole, a scapito della salute. L’obiettivo è limitare l’attività motoria allo strettissimo raggio sotto casa. Non un divieto assoluto, ma un forte disincentivo.
Ultimo, ma non meno importante capitolo. È pronto l’Esercito. Gli oltre 7000 soldati chiamati a lavorare su “Strade Sicure” e che abbiamo visto presidiare le nostre città, le metro, le stazioni, sono pronti a dare manforte nei controlli e per il rispetto delle norme anti-covid, assieme alle forze dell’ordine. Le Regioni più colpite sono le prime a beneficiare dell’Esercito, seguiranno le altre. Per il ministro Lamorgese, non bastassero 7000 soldati di “Strade Sicure”, ci sono altri 13mila pronti a scendere in strada. Un po’ come fu per Amatrice.
Nella foto, i militari ad Amatrice
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