(ch.di.) Conte ieri è stato chiaro. Inevitabilmente le restrizioni su spostamenti e chiusure andranno avanti. Presumibilmente altri 15 giorni dal 25 marzo o dal 3 aprile, portando di fatto la quarantena a un mese in tutta Italia (e qualcosa in più nelle zone da subito rosse, come Codogno, Vo’, ecc). In questa fase, tra i temi di maggior discussione c’è quello del destino della scuola e, dunque, dell’anno scolastico. La didattica a distanza in tutta Italia, man mano, sta prendendo piede a tutti i livelli. Forse sono le università le più “smart”, mentre superiori, medie ed elementari si stanno adattando coi loro tempi, garantendo comunque il rapporto a distanza tra docenti e alunni.
Il Ministro Azzolina ieri è stata fumosa: “Non è possibile prevedere quando ci sarà la riapertura delle scuole“. Sul tavolo, però, ci sono diverse soluzioni. Detto che non c’è intenzione di allungare l’anno scolastico (ad ora), la prima è opzione è quella della riapertura 19 aprile. Previsione ottimistica che dipende, appunto, dal trend del coronavirus in Italia. Quelle pessimistiche invece optano per una riapertura il 3 maggio (con un mese circa davanti di lezioni): anche questa data significherebbe un trend davvero sfavorevole della diffusione del virus. Secondo Il Corriere della Sera è questa l’eventualità più probabile.
E poi c’è un’altra valutazione: non riaprire le scuole per niente. Far valere la didattica a distanza, con lezioni ma anche verifiche fatti davanti al monitor di un computer. E chiudere, così, questo anno sfortunato. C’è anche questo sul tavolo del Ministro Azzolina, che deve rifarsi alle decisioni di Conte e di tutti i Ministri. Ecco perché si sta incentivando la didattica a distanza con fondi e piattaforme: ci si prepara anche alla “peggiore” eventualità.
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