(r.l.) Ha violato la quarantena per fare la spesa. Adesso si mette male per una donna della Sabina, in particolare di Cantalupo – dove c’è, assieme a Fara Sabina e il capoluogo, uno dei casi positivi del Reatino – che sottoposta all’isolamento domiciliare, è uscita di casa a Cantalupo per rifornirsi di generi alimentari. A onor del vero va detto che il primo tampone a cui è stata sottoposta la donna reatina è negativo e che il secondo è in attesa di risposta.
Ma è anche vero che le norme non ammettono deroghe o ignoranza, soprattutto in queste delicata fase del Paese: chi è sottoposto a isolamento domiciliare non può lasciare in nessun modo l’abitazione. E mentre si attende l’esito del secondo tampone, le forze dell’ordine valutano la denuncia. Il primo rischio è ovviamente quello – in caso di positività – che la donna possa aver infettato persone ignare; l’altro, un rischio tutto della donna, di esser denunciati per violazioni dell’articolo 650 del codice penale secondo il quale “chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro”. Sempre che, appunto, la cosa non risponda a un reato più pericoloso. Come l’epidemia colposa.
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Esiste il 452 cp delitto colposo contro la salute pubblica in quanto consapevole di essere in quarantena, dove è previsto l’arresto.