“Il male peggiore è l’indifferenza. Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza; il contrario della vita non è la morte, ma l’indifferenza; il contrario dell’intelligenza no, non è la stupidità, ma l’indifferenza”. Sono le parole del superstite della Shoah Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace nel 1986, scomparso nel 2016.
Per dire NO alla tentazione dell’indifferenza e SI al dovere della Memoria l’Associazione Controvento di Poggio Moiano invita cittadini e studenti al Teatro della cittadina, domenica 16 febbraio alle ore 17.00, per un incontro che avrà per tema il male dell’indifferenza e la necessità della memoria storica, per non dimenticare le pagine più buie dell’umanità, contro ogni forma di odio razziale e di rigurgiti di totalitarismo.
“Indifferenza. Tutto comincia da quella parola – ha sostenuto la senatrice Liliana Segre – gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di tale parola. L’indifferenza è la chiave per comprendere le ragioni del male. Quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore”, conclude la superstite dell’Olocausto, attivissima testimone della Shoah, che ha “consumato le scarpe” in giro per l’Italia a raccontare ai giovani la pagina più dolorosa della storia dell’umanità.
Il ministro Lamorgese in questi giorni ha affermato “Non si può essere indifferenti. L’odio è emergenza” Nell’odio in cui siamo immersi c’è spesso assenza totale di pensiero. Assoluta ignoranza della storia. Io non voglio rassegnarmi e penso non sia giusto rassegnarsi”.
L’evento di domenica pomeriggio al teatro di Poggio Moiano sarà un viaggio della memoria che condurrà i cittadini e gli studenti presenti, attraverso racconti libri filmati immagini e poesie, dalla storia della seconda guerra mondiale ai racconti dei testimoni sopravvissuti allo sterminio dei lager, dalle stragi nazifasciste di civili inermi agli episodi della resistenza in Sabina.
La scomparsa ogni anno degli ultimi partigiani e quella degli ultimi superstiti della Shoah ci ricorda che sono rimasti in pochi a raccontare con la propria vita la storia della resistenza, la tragedia degli eccidi nazifascisti e dell’annientamento delle persone nei campi di concentramento. Diventa per questo ancor più importante e doveroso ricordare nelle scuole e nelle piazze quello che è avvenuto e che non deve tornare, ricevendo il “testimone” da quanti hanno speso la loro vita per decenni senza stancarsi, fino alla fine dei loro giorni, bersagliati da parole d’odio, per non farci cedere alla tentazione dell’indifferenza. Non permettendo alla polvere dell’oblio di ricoprire le pagine più tragiche della nostra storia. Facendo risuonare l’eco delle parole di Elie Wiesel, quando disse che “chi ascolta un superstite dell’Olocausto diventa a sua volta un testimone”. (di Giuseppe Manzo)
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