Le premesse per un incipit evocativo ci sono tutte: la data scelta per presentarsi al pubblico, 18 gennaio alle 18, il nome, “Fara 3.0”, come a rappresentare un senso di svolta dopo i due mandati di Davide Basilicata, e la cornice di Fara Sabina (e non Passo Corese) come location, a voler ricordare a tutti che il secondo Comune della provincia di Rieti è Passo Corese, Amazon, la stazione per Roma e Fiumicino, ma è anche (o forse soprattutto) la sua storia, le sue tradizioni, le sue origini antiche, di cui il capoluogo è la testimonianza più brillante.
Ci sarà davvero tutto questo nella conferenza stampa che il neonato gruppo consiliare in seno alla maggioranza di centrodestra ha convocato per le 18 di domani, sabato 18 gennaio, presso l’aula Santa Chiara? E soprattutto, il debutto pubblico della neonata formazione sarà davvero l’investitura ufficiale a prossimo candidato sindaco di Roberta Cuneo, il nome più forte tra quelli in lizza per le comunali del 2021?
MEZZO PASSO VERSO IL FUTURO Di certo i presupposti non mancano. Basti pensare che nel gruppo costituito negli ultimi giorni del 2019 sono confluiti, tra gli altri, Paola Trambusti e Fabio Bertini: la prima inizialmente messa alla porta dal sindaco farense, in un rimpasto di giunta che nessuno, da Borgorose a Monterotondo, sembra aver digerito; il secondo, ormai arcinemico di Basilicata sia nel consiglio comunale che nelle aule reatine della Lega, e pronto a dichiarare guerra ad ogni provvedimento portato in aula. A loro si aggiunge l’assessore Giacomo Corradini, che dopo aver rifiutato l’incarico da vicesindaco offerto proprio da Basilicata (e tolto proprio alla Cuneo, assieme a tutte le deleghe assessorili, ndr) sembra aver svestito i panni di eterna colomba per indossare ali da falco. Sarà davvero così? Difficile a dirsi. Corradini è forse quello che più di tutti ha da perdere, forte di un “pacchetto voti” senza eguali (con le sue quasi 800 preferenze l’assessore all’urbanistica è stato in assoluto il più votato nel 2016) che lo obbliga in qualche modo a barcamenarsi tra i due fuochi, per evitare di scontentare questa o quella anima della maggioranza. E a camminare, quindi, su un tappeto di bicchieri di cristallo. Il che, vista l’educazione politica di consolidata scuola democristiana, sembra riuscirgli benissimo. E a proposito di “componente DC” all’interno di “Fara 3.0” ecco che arriva Mauro Pinzari, il decano dei consiglieri comunali, la cui esperienza inarrivabile gli ha consentito, ancora una volta, di compiere la scelta azzeccata. Sarà questo il treno destinato a proiettare Fara Sabina nel dopo-Basilicata?
NUMERI ALLA MANO Sembra già di si. Considerando i tre schieramenti interni alla maggioranza, l’altro gruppo consiliare, quello di Fratelli d’Italia, che di certo non sprizza amore nei confronti di Basilicata, ecco che sindaco e relativo “cerchio magico” sono praticamente sotto scacco: il primo cittadino e i suoi fedelissimi Marco Marinangeli, Emanuele Testa, Maria di Giovambattista e Tony La Torre (quest’ultimo fino a quando?) sono rimasti in 5, contro i 7 di “Fara 3.0” e “Fratelli d’Italia”. Parafrasando, non c’è provvedimento, ordine del giorno, mozione e atto che in consiglio comunale non debba passare per questi nuovi equilibri, dall’intitolazione di una via al bilancio economico. Non ci vuole un genio della politica per capire che a Fara Sabina a comandare non è più l’ex giovane rampante della destra reatina, passato dalle “stelle” dei 4229 voti (leggasi quattromila duecentoventinove!) del 2016 alle “stalle” della situazione attuale. E più che mai all’angolo. E tutto questo per colpa di scelte politiche il più delle volte incomprensibili (per non dire scellerate, vedasi uscita da Fratelli d’Italia, avvicinamento al renzismo, ingresso nella Lega nel più sbagliato dei momenti, ndr), adottate in totale autonomia, senza alcun confronto con la sua maggioranza, la sua squadra, i suoi seguaci di sempre. Era davvero questa la nuova idea di città che avevi in mente, caro “Davidè” (così si auto-chiamava nella campagna elettorale del 2016)?
DICHIARAZIONI UFFICIALI A sentire le prime dichiarazioni ufficiali del gruppo “Fara 3.0” tutto quanto è stato raccontato fino ad ora sembra soltanto frutto della fantasia. “Dando seguito alle linee programmatiche sottoscritte nel 2016 abbiamo dato vita al gruppo Fara 3.0 con una mission precisa: rappresentare una voce chiara e coerente all’interno della maggioranza – riporta una nota ufficiale, la prima, del gruppo – la nostra non è una scelta di contrasto al progetto politico che ci ha portati alla vittoria delle elezioni, né un atto di slealtà nei confronti di chi ci ha accordato la sua fiducia o uno slancio di opportunismo politico per mantenere qualche poltrona. Al contrario, è una strategia necessaria per apportare un valore aggiunto al nostro disegno politico e per affrontare con più efficacia le problematiche non ancora risolte nel nostro territorio. Campagna elettorale già iniziata? Work in progress per le prossime candidature? Già si parla di questo. Fara 3.0 non nasce con questo intento ma con quello di rappresentare un gruppo in grado di realizzare progetti seguendo il metodo della democrazia partecipata”. In sostanza, e detto nel miglior politichese possibile, nessuno sgambetto a Basilicata. Che dunque da qui al 2021 può stare sereno. Come disse Matteo Renzi ad Enrico Letta…
Nella foto, da sinistra a destra Giacomo Corradini, Fabio Bertini, Roberta Cuneo, Mauro Pinzari, Paola Trambusti
Foto: RietiLife ©