Il 25 novembre, ricorre la “Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne” istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare i governi, e tutte le componenti della società civile sulla drammatica realtà della violenza nei confronti delle donne in tutto il mondo. Il 25 novembre è l’anniversario dell’uccisione delle tre sorelle Mirabal, giovani martiri della Repubblica Dominicana ed eorine della lotta di liberazione dal dittatore Trujillo (1930-1961); Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, furono torturate e trucidate dagli agenti del servizio segreto militare mentre andavano a visitare i mariti incarcerati. Le sorelle Mirabal sono state elette a simbolo internazionale della battaglia civile contro la violenza alle donne. Alberta Tabbo – Responsabile dell’Area protetta per donne e minori “Il Nido di Ana” del Centro Antiviolenza Angelita di Rieti – ha voluto sottolineare la ricorrenza del 25 novembre ricordando come la violenza contro le donne giovani ed adulte, sia una delle violazioni di diritti umani più diffuse. Può riguardare l’abuso fisico, sessuale, psicologico, la costrizione e pressione economica a e va oltre i limiti di età, di razza, cultura, condizione e si verifica in tutti i paesi del mondo. La violenza sulle donne ha molte forme ed accade nei luoghi più diversi: la violenza domestica nelle case, gli abusi sessuali di ragazze nelle scuole, le molestie nei luoghi di lavoro, le violenze sessuali da parte di mariti, compagni o sconosciuti fino ai cosiddetti delitti d’onore ed altri tipi di femminicidio. Si manifesta in molti modi, dalle forme più comuni di violenza sessuale, alla violenza durante scontri e crisi o come tattica di guerra. Secondo l’indagine condotta nel 2011 dall’UN Women, la violenza contro le donne è un problema dalle proporzioni catastrofiche. Si stima che più di un terzo delle donne ha subito nella propria vita violenze fisiche o sessuali da parte di uomini, principalmente da parte di uomini che conoscevano, specie mariti e partner. Tra le donne di età compresa tra i 15 ed i 44 anni, le violenze causano moltissimi decessi ed invalidità. Oggi la violenza sulle donne può essere considerata come la più grande violazione dei diritti umani esistente in quanto crea fratture psicologiche permanenti e compromette intere esistenze con ripercussioni di straordinaria gravità all’interno delle comunità. Il Centro Antiviolenza, nato a Rieti da un protocollo d’Intesa Istituzionale con la partecipazione di Enti ed Associazioni e con il patrocinio del Rotary Club Rieti e del Lions Club Flavia Gens è posto sotto l’Egida del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio, ed è attivo fin dal 2003; ha sede nei attualmente i locali messi a disposizione dal Circolo didattico Sacchetti Marconi – in Rieti – Viale L. Canali 1. Il 13-14-15 dicembre prossimo si terrà – presso il Centro Antiviolenza di Rieti – il 2° corso per Operatori di Ascolto dello Sportello. Il corso, a numero chiuso con rilascio di attestato, è riservato a sole donne che siano interessate a prestare la propria opera di volontariato presso l’Area protetta “Il Nido di Ana” (info per email: [email protected]). Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 24 Novembre 2012