Oggi, 7 dicembre, la presentazione del libro che racchiude i ricordi dei cittadini del centro raso al suolo dal terremoto del 2016. In poco più di 100 pagine lo spaccato non solo di quel che fu il piccolo centro dell’alto Lazio, ma di un’Italia schietta e genuina oramai svanita nel nulla.
Polverizzata dalla nevrotica modernità
Sabato 7 dicembre, alle ore 15.00, presso la “Sala Piovan” nelle SAE di Accumoli, verrà presentato il libricino dal titolo “Accumoli nelle storie, storielle, memorie, poesie, miracoli ed immagini”. Una raccolta delle memorie dei cittadini del piccolo centro dell’alto Lazio. Uno spaccato di un’Italia oramai sparita, quella del secolo scorso, scevra dalla nevrotica frenesia che permea la società attuale. Un’Italia i cui cittadini erano riconosciuti per il loro ruolo nella società, Quando molte volte ci si riconosceva e chiamava per soprannome, affibbiato in virtù di particolari caratterizzanti l’individuo nella sua specificità. E allora c’erano Mezzomilione, U Francese, Ndondò, Zumpitte, Scarpesciolte, Mastino e tanti altri ancora. Era l’Accumoli in cui lo svago dei bambini nasceva per strada, frutto di una fantasia senza limiti e confini. I ragazzi non della via Pal, ma di Capolaterra (la parte alta del paese), i Tassi, in perenne guerra con quelli di piazza San Francesco (la parte inferiore), i Magnagatti. E quando non facevano “la guerra”, nei periodi di pace, i ragazzini giocavano a “battimuro”, “saltamontone”, “bicchio”.
Il ricordo di un Paese in cui i riferimenti di tutti erano il maresciallo dei carabinieri, il medico condotto, il farmacista, il prete. Quando il primo suono che si udiva al mattino era lo strusciare della scopa di saggina sull’acciottolato. Lo scopino già al lavoro ben prima del canto del gallo. E poi il suono delle campane e quello dello scalpiccio delle greggi che rientravano al tramonto. E ancora, la passione degli Accumolesi per il teatro, tanto da non avere un cinematografo, bensì una sala comunale per le rappresentazioni di compagnie itineranti, oppure autoprodotte.
Insomma, in poco più di 100 pagine gli aneddoti, le storie e lo stile di vita di una società che, in chi l’ha vissuta,anche se solo per un breve tratto, non può che suscitare nostalgia. Il libro, che racchiude anche un piccolo dizionario Accumolese/Italiano, sarà presentato dal dottor Francesco Liazza, per anni direttore didattico fra le montagne della zona martoriata dal sisma di 3 anni fa. Saranno presenti alcuni di coloro che hanno collaborato alla stesura del volume, ideato e realizzato nella convinzione che la raccolta di documenti, memorie e storie sia un primo passo per ulteriori lavori che potranno servire a mantenere viva la memoria storica e civile di chi ha le proprie radici in Accumoli.
Memorie utili a rinsaldare la solidarietà all’interno di una comunità il cui tessuto rischia di disgregarsi del tutto una volta privato del proprio collante. Ovvero Accumoli, il paese che (per ora) non esiste più.
Lo stesso volume sarà presentato il giorno 14 dicembre a Ostia presso il locale Don Pepe alle 11.30.
Info: Renzo Colucci Presidente Associazione Radici Accumolesi 335/365081
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