“Quanto sta avvenendo a Taranto, l’immagine triste del presidente del consiglio italiano chiuso nella disperazione della propria inutilità davanti ai cittadini pugliesi, è la plastica rappresentazione della resa di uno Stato davanti alla protervia del capitale. Gli errori commessi dal governo italiano a trazione grillina, l’ingenuità colpevole di una classe dirigente inadeguata, che ha consegnato su un piatto d’argento agli speculatori franco-indiani la possibilità di far saltare gli accordi sottoscritti, giocando sulla pelle di 5000 operai, sono estremamente gravi, prova provata della totale insussistenza di una classe politica cresciuta unicamente in nome dell’invidia sociale, priva di capacità ed esperienza per poter guidare un grande paese come l’Italia”: lo scrive Chicco Costini, di Area Rieti.
“Ed è giusto che oggi i sovranisti sottolineino con forza tutto questo, giusto ma non sufficiente. Perché il pressapochismo del governo giallo rosso, non può nascondere l’arroganza criminale di una multinazionale che se ne frega del destino di migliaia di lavoratori, che in nome del mercato devasta un territorio e mette in ginocchio una Nazione. Taranto è l’immagine plastica di un capitalismo rapace ed apolide, che vede uomini e territori unicamente come fonte di guadagno, privo di qualsiasi responsabilità sociale ed etica. E’ il mercato che si mangia uno stato. Ed allora il sovranismo abbia il coraggio di rilanciare, dimostrando di non essere solamente un movimento capace di raccogliere la rabbia del popolo, senza una reale prospettiva rivoluzionaria; se è vero che il popolo è sovrano, che l’interesse degli italiani viene prima di tutto e tutti, si scenda in campo con determinazione per chiedere la nazionalizzazione delle acciaierie”.
“Alla sprezzante indifferenza di ricchi paperoni senza patria, si contrapponga il sangue e l’oro di un popolo. Si affermi con chiarezza che l’Italia è una potenza industriale e che non intende rinunciare al suo ruolo né in nome di un luddismo di maniera di 4 ambientalisti da salotto ne sull’altare del profitto di ricchi speculatori senza volto. L’intervento diretto dello Stato in difesa dei lavoratori e del futuro industriale della nostra Nazione diventi la bandiera dei sovranisti, lasciando a chi ha salvato la nuova commissione europea, a chi si è alleato con i profeti delle privatizzazioni a tutti i costi, il compito di sciogliere le contraddizioni di una maggioranza di governo al cui interno convivono i cultori della decrescita infelice con i sacerdoti del turbocapitalismo. Il sovranismo chiarisca che lo Stato torna a svolger appieno il suo ruolo, ponendosi a difesa dei lavoratori, non con i pannicelli caldi del reddito di cittadinanza, elemosina utile a tenere calmi gli emarginati, ma costruendo e supportando il lavoro, restituendo dignità e speranza a chi non vuole abbandonare la propria terra. La politica è conflitto di idee e valori, di visioni del mondo. I sovranisti dimostrino che la loro trincea è quella del popolo contro l’oro. E forse realmente una nuova epoca inizierà” conclude Costini.
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