Ennesimo appuntamento con la confermatissima rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Borgorose, un comune che tiene insieme tante frazioni, tutte imperdibili, tutte ugualmente suggestive. Si passa dal lago della Duchessa fino alle grandi architetture religiose, Borgorose è un comune che va gustato e apprezzato in ogni minima sfaccettatura che lo compone.
DOVE SI TROVA? – Al confine con l’Abruzzo, nell’Alta valle del Salto è situato uno dei più popolosi comuni del territorio reatino, il suo nome è Borgorose. Il comune sorge ad un’altitudine di 730 metri sul livello del mare e dista da Rieti circa 45 km. Il sindaco Mariano Calisse presenta al turista i luoghi, secondo lui, imperdibili del comune: “L’attrattiva turistica principale è la riserva naturale montagne della Duchessa da visitare partendo dal borgo medievale di Cartore dove si trovano attività ricettive e seguire uno dei tanti percorsi che portano fino ai 1850 metri dove si trova il lago della Duchessa. Sicuramente non si può mancare di visitare il museo archeologico del Cicolano così come la chiesa di San Martino a Torano, o il santuario a Santa Anatolia e il tradizionale mercato storico a Borgorose. Il nostro comune è un’integrazione tra ambiente rurale e cittadina vicina a grandi reti autostradali”.
QUANDO NASCE? – Borgorose inizia ad essere popolata fin dalla remota antichità, numerosi, infatti, sono i reperti archeologici attribuiti agli Equicoli, una frazione della stirpe degli Equi. Entrata a far parte del ducato di Spoleto ed, in seguito alle incursioni dei Saraceni nel IX secolo, vennero costruiti di numerosi castelli tra i quali troviamo Torano, Corvaro, Castelmenardo, Spedino, Collefegato e Macito Poggiovalle. Dopo essere entrata a far parte dei domini del vescovo di Rieti, passò al regno di Napoli e successivamente fu anche feudo dei conti Mareri, a cui seguirono i Colonna e i Barberini che la tennero fino all’abolizione dei diritti feudali. In epoca recente, intorno al 1927 fu staccata dalla provincia di L’Aquila e aggregata a quella di Rieti. L’attuale toponimo risale al 1960; in precedenza, infatti, il borgo si chiamava Borgocollefegato vista la vicinanza al Colle Fegato, centro primitivo che faceva parte dell’Abruzzo ulteriore. Dato che il nome antico era ritenuto poco adeguato venne cambiato in Borgorose, in riferimento alla vicina altura Monte Rosa. Il comune ha uno stemma formato da uno scudo interzato in banda di colore azzurro, argento e rosso: colori simbolo dei tre centri maggiori ossia Borgorose, Corvaro e Torano. Su quest’ultimo risalta una torre d’oro con quattro finestre che richiamerebbe sia la Torre di Torano sia la Rocca di Corvaro, principali architetture di tutta la zona.
COSA VEDERE? – Particolarmente interessanti sul territorio comunale sono le architetture religiose. Di rilievo, infatti, è la chiesa parrocchiale di Sant’Anastasia eretta su vecchie mura, probabilmente romane, nel 700: presenta il rosone di facciata e il portale che provengono dall’antico monastero benedettino di San Giovanni in Leopardis, un’abbazia poco distante forse risalente al Mille che ancora conserva la cripta a cinque navate. Di quella che fu la chiesa di San Giovanni in Leopardis è ora possibile visitarne i resti. Nella frazione di Santa Anatolia è assolutamente imperdibile il Santuario omonimo, costruito nel 1877 come riporta una scritta sul soffitto, che sorge accanto al luogo dove la Santa affrontò il martirio nel 251 d.C. Il Santuario è meta di pellegrinaggi da parte di fedeli che venerano il culto della Santa, che la tradizione vuole fosse stata uccisa con il veleno. La facciata del Santuario si presenta in stile neoclassico ed è abbellita da un rosone centrale e da una nicchia con l’immagine della Santa. L’interno, invece, è formato da tre navate con quella centrale dipinta con una serie di riquadri che raccontano la storia della Santa. Sull’altare principale è stata sistemata una statua in gesso di Sant’Anatolia. Altro particolare interessante del Santuario è certamente la piccola cappella che conserva l’effige di Sant’Anatolia, l’opera è di un artista dell’VIII secolo, anche se la tradizione popolare ne attribuisce la costruzione ad opera divina. Ancora aggirandosi sugli importanti luoghi di culto, non si può non visitare anche la Chiesa di San Martino in Torano che risale al XII secolo e si presenta in stile gotico abruzzese. Nominata come Pieve (“Plebs Sancti Martini de Torano”) nella bolla pontificia di Lucio III del 1182, apparteneva ai Monaci Benedettini. E’ stata riportata agli antichi splendori grazie al restauro effettuato negli anni 1990 – 2000. Al suo interno, vi erano conservate numerose e pregevoli opere d’arte quali affreschi e statue. Alcuni affreschi (raffiguranti San Pietro, Santa Caterina di Alessandria, le Anime Purganti etc…) risalenti al XIV secolo sono attualmente custoditi nella Sala Parrocchiale di San Sebastiano, mentre due “Madonne col Bambino” lignee risalenti sempre al ‘300 si trovano invece nel Museo Civico di Rieti.
La curiosità del turista deve fermarsi in particolare sulla frazione di Corvaro, la più popolosa del comune di Borgorose, dell’antico borgo originario restano soltanto alcuni ruderi del castello e della chiesa di Santa Maria ad Nives, in particolare il campanile formato da due archetti per le campane sormontati poi da un arco più piccolo. La piazza centrale, piazza Garibaldi, è contornata da case antiche sopravvissute al violento terremoto di Avezzano del 1915 le quali mantengono, nella maggior parte dei casi, portali in pietra di gran pregio. Nella periferia orientale del paese, al di sopra di resti di un luogo di culto pagano di epoca romana, sorge poi la chiesa di Santa Maria delle Grazie, una chiesa molto interessante per alcuni studiosi archeologi che hanno anche ipotizzato che questa potesse essere stata, anticamente, una importante villa romana. Sempre sul territorio comunale, ancora nella frazione di Corvaro, si trova il Museo Archeologico Cicolano che prende avvio dalla scoperta del monumento funerario denominato “Montariolo” in cui si possono trovare anche numerosi rinvenimenti appartenenti alle antiche popolazioni degli Equicoli tanto da essere considerato patrimonio di tutto il territorio della Valle del Salto. Altrettanto importante per la sua storia, cui è impossibile rinunciare è la Chiesa di San Francesco Vecchio che sorge a circa due chilometri da Corvaro. Secondo la tradizione questo sarebbe l’ottavo convento fondato da San Francesco d’Assisi, che soggiornò proprio in questo luogo. La chiesa e l’annesso complesso monastico sorgono in un luogo tranquillo lungo le pendici delle montagne della Duchessa. La chiesa sarebbe stata edificata intorno al XIII secolo dalla prima congregazione di Terziari Francescani. La facciata della chiesetta si presenta in stile romanico-abruzzese, con reminiscenze gotiche. L’interno, ad unica navata, conserva sull’altare una pala lignea che rappresenta Cristo in croce. Il convento, ormai abbandonato, sorge attaccato al muro di fondo della chiesa ed è circondato da un terreno che un tempo veniva utilizzato dai monaci come cimitero. La struttura fu abbandonata dopo il 1250 con la costruzione di un nuovo convento, andato perduto, e della nuova Chiesa di San Francesco. La chiesa di San Francesco nuovo sorge al centro di Corvaro, è stata restaurata a seguito del disastroso terremoto del 1915. Ma la struttura originaria risalirebbe al 1300 circa. L’evento sismico provocò la perdita definitiva del convento, mentre l’edificio religioso subì una profonda opera di restauro nel 1927-28, quando fu ricostruita la volta. Negli anni cinquanta vennero affrescate una serie di pitture parietali che illustrano alcuni episodi della vita del Santo. All’interno di questa chiesa viene conservato il Santo Cappuccio donato, secondo la tradizione, dal Santo di Assisi alla popolazione. A Borgorose si trova inoltre, il piccolo lago della Duchessa, situato a 1888 metri s.l.m., il bacino è di origine meteorica e si estende per 400 metri in lunghezza e 150 in larghezza. Il lago è ideale sia per gli escursionisti, sia per coloro che vogliano godere della pace e del silenzio che vi si respira.
QUALI SONO I PRINCIPALI APPUNTAMENTI? – I primi di giugno si tiene la sagra della birra, grande appuntamento nato per veicolare una nuova idea di birra festeggiando il “compleanno” del birrificio Birra del Borgo. Si tratta di un evento enogastronomico che viene accompagnata da musica e balli. In ottobre a Castelmenardo si tiene la festa “I sapori del borgo antico”, una festa per rievocare gli antichi mestieri, è dedicata alle tradizioni tipiche del territorio ma sopratutto intenta a valorizzare e riscoprire tutti i sapori e i prodotti tipici di un borgo ancora poco conosciuto e tutto ancora da scoprire.
Foto: Giovanni ANTONINI ©