Pubblichiamo una lettera aperta dell’assessore al Personale del Comune, Paolo Bigliocchi.
Caro Silvio,
permettimi il tono confidenziale di cui abuso per stima e naturale simpatia. Ho letto con molta attenzione i resoconti della tua conferenza stampa e permettimi di esprimerti le mie perplessità nei confronti di una ricetta miracolistica per affrontare i problemi del nostro territorio. Lo faccio da Assessore del Comune di Rieti, ma anche da persona da tempo impegnata nella politica cittadina e che crede di conoscerne la storia e le sue contraddizioni. Siamo assolutamente consapevoli di aver ricevuto una eredità avvelenata e delle enormi difficoltà che ci troviamo ad affrontare e siamo anche consapevoli che la cura non sarà immune da effetti collaterali per il paziente. Siamo quindi certi che l’azione amministrativa che si deve mettere in campo oggi avrà ripercussioni sui nostri concittadini e che solo il tempo dirà se abbiamo amministrato in modo degno. Siamo anche consapevoli che sono in molti a pensare che in questi primi mesi avremmo potuto fare di più, ma ritengo che la continua emergenza in cui ci si muove non ci abbia consentito un’azione amministrativa più visibile. Molto è stato fatto, ma forse poco è “arrivato” o quantomeno poco è stato avvertito dalla città. Non ti nascondo che avrei capito un tuo metterti a disposizione per una collaborazione che poteva apparire naturale nell’interesse superiore del territorio, ma tu hai fatto di più. Ci hai detto che Consiglio, Giunta ed in fondo anche il Sindaco, non sono in grado da soli di affrontare l’emergenza e che al capezzale del malato andavano chiamati Professori di chiara fama per cercare una soluzione. Poco importa che ci siano state elezioni, poco importa che i cittadini abbiano scelto, poco importa la storia di ognuno di noi e soprattutto poco importa che ci sia accordo sui programmi. Perché, vedi, questo è il punto. Hai messo insieme quattro nomi senza che questi siano collegati da idee comuni. Ed allora permettimi di dire che tutto ciò appare un po’ pretestuoso. Un tentativo, un po’ populista , di dire che i buoni sono disposti a venire incontro a chi ha difficoltà e di far capire alla città che il Sindaco, attraverso una azione di tutoraggio, andrebbe aiutato. Non è cosi. Lavoriamo duro, giorno dopo giorno, per affrontare i problemi che molti tuoi compagni di viaggio ci hanno lasciato e permettimi, sul piano personale, non riconosco a molti di saperlo fare meglio di me. Per quanto riguarda “ I Professori “di cui sopra mi piace ricordare cosa diceva il grande Ascenzi, mio professore di anatomia patologica: “ Non abbiamo cadaveri! C’è lo sciopero dei medici!”. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 9 Novembre 2012