(di Christian Diociaiuti) Riccardo Curci parla. E lo fa alla vigilia di Rieti-Potenza e a poche ore dalla contestazione dei tifosi (leggi). Più che parla, il presidente del Rieti scoppia: “Mi ha dato fastidio quanto successo ieri sera. Nulla questio sulle parole ‘Spendi o vendi’. Ma ieri sera, perché? A due giorni dalla partita. Qualcuno ha la memoria corta. E forse c’è un disegno, non lo so. C’è qualcuno che rema contro, telefona, dice…”.
Curci non si ferma, un monologo in cui sputa fuori diverse settimane di silenzio: “Sono qui in primis perché credo sia dovuto essere vicino all’uomo Alberto Mariani. Abbiamo avuto lunghi colloqui tra domenica e martedì, è giusto che le mie decisioni vengano spiegate. Ho stima e rispetto per quest’uomo, nei confronti del suo lavoro per la squadra. Se qualcuno può pensare che la sconfitta vergognosa di Caserta sia solo colpa sua, sbaglia. Il primo a dover essere esonerato sono io. Non mi sarei mai aspettato qualcosa di questo tipo. Ho deciso di continuare a dare fiducia a un uomo che la merita. Un ottimo allenatore e gran persona. Per qualcuno non sarà Van Gaal, Pep Guardiola, ma per me è un grande allenatore”.
Poi se la riprende con i detrattori: “Non leggo i social, ma mi mandano gli screen. Qualcuno ha scritto ‘Lo stadio andrebbe chiuso’. Ma perché? In tre partite si sono visti 5000 tifosi. Perché non si scriveva 5 anni fa quando facevamo l’Eccellenza nella provincia romana. Le critiche mi stanno bene, ma perché ieri? Non me lo spiego. Credo che un po’ di gratitudine ci debba essere, se siamo in C è solo grazie a me e alla mia famiglia, ai nostri sacrifici”.
Curci ha anche annunciato che domani non verrà allo stadio: “Mi dispiace che la mia ultima da presidente sia stato il 6-1 – dice riferendosi alla Casertana e alla sua volontà di lasciare dopo aver venduto – Voglio ricordare che se non l’avessi ripresa, era finito l’anno scorso il gioco. Non voglio creare difficoltà a nessuno e domani me ne sto a casa. Gli errori si pagano. So benissimo che sono stati fatti errori, Mariani che colpe ha? Pago io: di tasca, col fisico e sopra le mie forze. Farà male non venire ma me ne farò una ragione. Voglio solo vedere il tifo per i ragazzi e dalla squadra mi aspetto una prestazione corale. Anche se qualcuno deve fare mea culpa per come sta giocando. L’ho visto l’anno scorso e quest’anno, non può essere che giochi così”.
Poi chiarisce sulla vendita. È davvero il momento in cui vedremo Curci passare la mano? “Vendo chiaro e tondo: non è un mondo per me. Ho incontrato persone di livello infimo. Promettono e non mantengono. Sono abituato a stringere la mano. È scientifico che io sia stanco, c’era qualcuno che mi aveva dato delle garanzie. Questa cosa si è protratta nel tempo e il discorso è morto lì. Ammetto le mie colpe. Ho speso male allora. Della vendita, se non è arrivato il momento, lo faccio arrivare io, ho sentito migliaia di situazioni”.
In chiusura, una domanda sulla percentuale salvezza, quando Curci si è un po’ calmato: “Io ci credo ciecamente. Mancano una infinità di partite, solo 4 ne abbiamo fatte. Possiamo fare cambi e miglioramenti. Per poter dire bene la percentuale serviranno altre 3-4 gare”.