(di Christian Diociaiuti) “State parlando con un morto, almeno per l’Inps”. Chi parla a RietiLife è un 57enne reatino, Valter Gastaldello che, fortunatamente, non si agita ma cerca di combattere senza perdere la calma. Cosa combatte? I disagi che il sistema dell’Inps – apparentemente in maniera inspiegabile – gli crea: “Risulto morto dal 1996. Una storia assurda. L’ho scoperto a fine maggio. E da lì una sequela di disagi. Ma solo con l’Inps. Per tutti gli altri enti sono vivo, mi arrivano bollette, cartelle esattoriali: nessun problema, tranne con l’Inps. E non è irrilevante per la mia condizione”.
Già, perché Valter, colpito da tre infarti nel corso della sua vita, è stato costretto a richiedere una pensione d’invalidità; condizione che si è aggravata recentemente, rendendosi necessaria, così, una visita per rivalutare la percentuale d’invalidità e, dunque, la relativa pensione. “Eh sì, perché a 57 anni, il lavoro chi te lo dà se sei invalido? Sono un fornaio che fa bene il suo lavoro, ma a questa età lavorare non è facile. Per questo, oltre all’invalidità, sono voluto entrare nel sistema del reddito di cittadinanza. Non tanto per la somma, che fa comodo per carità, quanto perché magari grazie ai navigator e ai requisiti a mia disposizione, avrei potuto trovare un impiego utile a coprire i 10 anni che mi separano dalla pensione”.
Ma qui che c’è l’intoppo. Valter a fine maggio va all’Inps per la visita per l’invalidità e già alla reception si accorge che qualcosa non va: “Mi guardavano e non capivano: per il sistema risultavo deceduto – aggiunge – poi, grazie all’impegno degli impiegati dell’Inps di Rieti, che ringrazio per il sostegno, sono riuscito comunque a ottenere quanto mi spettava. Dopo di ciò – racconta Valter a RietiLife – ho pensato di richiedere il reddito di cittadinanza, ma anche qui stesso problema: risulto deceduto per l’Inps. Sempre grazie all’impegno dei dipendenti Inps, ho percepito il primo mese, luglio, ma agosto no: per il sistema sono morto e non mi spetta il reddito. L’istituto di previdenza sociale, da Roma, non accetta la modifica fatta a Rieti: c’è un flag – un indicatore – che pur cancellando la data di morte, mi fa comunque risultate deceduto. Non so perché. E non sembra esserci soluzione. Ditemi come devo fare, che certificati presentare”.
Valter è reatino, nato nel 1961 (i 58 anni deve ancora compierli): “Ho origini venete, ma sono nato qui. Ho avuto residenza per un po’ di tempo a Grottammare (nell’ascolano, ndr) e ho indagato anche lì, magari ci fosse stato qualche problema. Non riusciamo a spiegarcelo. Ho incontrato e incontrerò il direttore dell’Inps di Rieti: ce la stanno mettendo tutta ma ancora non abbiamo risolto e mi sembrano impotenti davanti a questo problema. Ho mio padre che può testimoniare che sono vivo, i miei figli. Ditemi cosa fare. Purtroppo non ho i soldi per un avvocato che si occupi della questione o per un esperto – conclude Valter – Va a finire che prima che si risolve la questione sarò morto di fame. Finché non toglieranno quel flag dal sistema, avrò sempre problemi. Possibile che lo sviluppatore del software Inps, non riesca a trovare una soluzione?”.
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