Terzo appuntamento con la rubrica settimanale di RietiLife “Paese che vai” che, curata dalla nostra Martina Grillotti, punta a far conoscere, ai reatini e non, i nostri comuni. 73 bellezze tutte da scoprire, tra architettura, storia, gusto, appuntamenti. “Paese che vai” punta a creare un almanacco, un’agenda, che permetta a tutti di saperne di più dei nostri paesi, di scoprirli prima leggendo e poi visitandoli, in un weekend, in un giorno, per una vacanza lunga o corta, per un pranzo o una cena. Vi consiglieremo cosa visitare e gli eventi irrinunciabili cui è impossibile non partecipare. RietiLife è disponibile a integrazioni e segnalazioni, pronta ad ascoltare tutte le realtà del territorio. Scriveteci! [email protected]
(di Martina Grillotti) Una vera perla. Si tratta di Labro, meraviglioso paese al confine tra Rieti e Terni, con affaccio sul lago di Piediluco.
DOVE SI TROVA? – Al confine con l’Umbria e a circa 20 km da Rieti, c’è un comune di poco più di 350 abitanti, la cui posizione di 628m s.l.m. gli permette di dominare il sottostante Lago di Piediluco che si apre ai suoi piedi ma di poter facilmente godere anche della vista del Terminillo, che invece rimane alle sue spalle. Stiamo parlando di Labro, un borgo che si distingue da un lato per la sua storia millenaria di terra di confine, dall’altro per il suo recente recupero e la sua rinascita. Basta percorrere le sue stradine per assorbire secoli di storia. A presentarlo è il sindaco, Irene Urbani: “Labro è un caratteristico borgo medievale con forma a ventaglio che si adagia su un colle che si affaccia sul meraviglioso lago di Piediluco, è un borgo mantenuto come mille anni fa. A Labro si possono trascorrere giornate immersi nella natura godendo del silenzio e della tranquillità, ma è anche la porta naturale sull’Umbria e per questa posizione vantaggiosa d’estate si popola di turisti”.
QUANDO NASCE? – La sua fondazione è attribuita alla famiglia De’ Nobili, dei quali divenne feudo nel 956 d.C., per concessione dell’imperatore germanico Ottone I ma i ritrovamenti di valore archeologico hanno potuto attestare come, già in età preistorica, le popolazioni si rifugiassero nel suo territorio rialzato per poter sfuggire al clima malsano del Lago Velino, prosciugato solo in età romana. L’origine del nome è tuttora incerta, le possibilità sarebbero due: la prima, che rimanda anche allo stemma della cittadina sarebbe il sostantivo latino “aper, aprum” il cui significato è cinghiale e che porta alla leggenda cittadina del suo fondatore, il quale promise di costruire un castello nel punto in cui avrebbe abbattuto il suo primo cinghiale. La seconda, e più accreditata, ipotesi è che il nome sarebbe una derivazione di un altro termine latino “lavabrum” con il significato di “vasca, bacino” che si riferirebbe alla prossimità del lago di Piediluco, un tempo ancora più esteso, sul cui bordo il paese sarebbe venuto anticamente a trovarsi. Nel periodo medievale Labro si costruì la fama di centro battagliero per le innumerevoli guerre contro i castelli vicini, fu proprio a causa di una di queste, contro la rocca di Luco, che la famiglia De’ Nobili perse, nella seconda metà del ‘400, la signoria di Labro e l’arroccamento che sorgeva nella parte alta del paese comprendente un’altissima torre dalla cui sommità poteva essere scrutato il cuore d’Italia. Successivamente una parte di Labro fu donata dalla famiglia Nobili a San Giovanni in Laterano per ricevere in cambio un aiuto contro i normanni e fu così che alla famiglia dei signori rimase solo la cinta delle mura del castello. La cinta fu l’appoggio su cui Giordano De’ Nobili, nel XVI secolo edificò un palazzo forte, tutt’ora esistente e di proprietà della famiglia Nobili Vitelleschi. Alla fine degli anni ’60, del secolo scorso, il paese antico, quasi completamente spopolato fu di ispirazione per un architetto belga che intraprese un’opera di recupero urbanistico. Negli stessi tempi in cui i nuclei storici furono modernizzati e dunque spogliati della loro identità, a Labro si riuscì a compiere il miracolo di resuscitare la rocca medievale.
COSA VEDERE? – Nel borgo si entra attraverso la Porta Reatina lo scenario che si presenta, dopo averla attraversata rigorosamente a piedi, è quello di stupende stradine di pietra fiancheggiate da palazzi che parlano di passato all’interno del paese si possono poi ritrovare altre tre porte incastonate nelle mura dalle quali partivano le tre arterie che conducevano ai luoghi cardine della città. Una di queste porta tuttora al palazzo Nobili Vitelleschi, al cui interno è possibile ammirare un arredo ben curato ma anche l’archivio completo della famiglia stessa. Durante la salita verso la parte più alta del paese si incontra la Chiesa Santa Maria Maggiore costruita nel 1508, il cui portale esterno costituiva precedentemente il portale d’ingresso al castello, poi trasferito qui. Continuando verso l’apice, si arriva nel punto più alto del borgo, dove si può ammirare lo stupendo panorama sul lago di Piediluco, in questo punto di estrema sommità è presente un piccolo teatro, sede di raffinate rappresentazioni. Infine, fuori dal paese, si possono ammirare altre due meravigliose strutture che si trovano nei pressi del cimitero: la Chiesa di Santa Maria della Neve e un antico convento dei Francescani Osservanti della fine del XVII secolo. Oggi il complesso, dopo la ristrutturazione, permette di ammirare la perfetta unione tra l’antico e il moderno. L’intero complesso, oggi sconsacrato, è un resort con spazi per convegni e congressi.
QUALI SONO I PROSSIMI APPUNTAMENTI? – Il meraviglioso panorama del piccolo borgo non è passato inosservato dal team di Astronomitaly che gli ha conferito la certificazione di località tra “I cieli più belli d’Italia“, proprio a questo proposito il 10 agosto ci sarà l’evento “Luci e Stelle fra i cieli più belli d’Italia”, serata che vuole festeggiare questo nuovo traguardo del paese. Sempre il sindaco ricorda le manifestazioni che d’estate popolano lo stupendo borgo e ci tiene a ricordare che “Ci si muove in continuità con l’amministrazione precedente dell’ex sindaco Gastone Curini il quale si è sempre mosso per attrarre un turismo consapevole di elevata cultura: i prossimi appuntamenti saranno l’11 agosto la gara ciclistica Memorial Filippo Micheli e poi dal 16 al 27 agosto si svolgerà la VI edizione di ‘Labro Festival‘, organizzato dal direttore artistico Piero Fasciolo, ben dodici serate culturali incentrate sulla musica e sulla danza nelle meravigliose cornici di piazza Nobili Vitelleschi e del teatrino Colle di Costa. All’interno del festival c’è inoltre la serata del 25 agosto, La Notte Bianca, presso il centro storico a partire dalle 21.00 che segna iconicamente la conclusione dell’estate sebbene la chiusura del festival sarà il 27 agosto con il concerto di Raffaello Simeoni che ci rappresenta sempre in tutto il mondo. La bellezza della notte bianca sta nel fatto che tutti i ristoratori scendono in piazza per far degustare i loro piatti tradizionali immersi però nell’arte e nella cultura”.
Labro ha anche ottenuto la Certificazione di Qualità “I cieli più belli d’Italia” da parte diAstronomitaly – La Rete del Turismo Astronomico. (leggi)
Foto: RietiLife ©